Il coraggio di Carolina: come la sua storia ha cambiato la lotta contro il cyberbullismo
Secondo un’indagine dell’Osservatorio indifesa di Terre des Hommes e OneDay, il 63% dei giovani tra i 14 e 26 anni ha subito episodi di bullismo, e il 19% di cyberbullismo. Tuttavia, il coraggio di Carolina, che ha denunciato i suoi aguzzini nel suo messaggio d'addio, ha portato a importanti cambiamenti
“Le parole feriscono più delle botte. Quello che è successo a me non deve più accadere a nessuno“. Con queste parole, Carolina Picchio, una ragazza di 14 anni di Novara, ha scritto il suo ultimo messaggio prima di togliersi la vita nel 2014. Carolina è diventata una delle prime vittime note del cyberbullismo, dopo che video e immagini intime di lei sono stati diffusi online senza il suo consenso. Purtroppo, Carolina non è stata né la prima né l’ultima vittima di questo fenomeno. Pensiamo, per esempio, alla recente tragedia di Leonardo Calcina, un quindicenne di Senigallia, che si è suicidato dopo essere stato bullizzato a scuola.
La legge n.71 del 2017
Secondo un’indagine dell’Osservatorio indifesa di Terre des Hommes e OneDay, il 63% dei giovani tra i 14 e 26 anni ha subito episodi di bullismo, e il 19% di cyberbullismo. Tuttavia, il coraggio di Carolina, che ha denunciato i suoi aguzzini nel suo messaggio d’addio, ha portato a importanti cambiamenti. Grazie alla sua denuncia, in Italia è stato celebrato il primo processo sul cyberbullismo e, nel 2017, è stata approvata la prima legge in materia, la Legge n. 71.
Questa legge, approvata il 29 maggio 2017, ha finalmente dato una definizione chiara di cyberbullismo, includendo qualsiasi forma di molestia, ricatto, ingiuria, furto di identità o diffusione illecita di dati personali compiuti tramite il web. La normativa è stata rafforzata dalla Legge n. 70 del 17 maggio 2024, che ha esteso le tutele anche al bullismo tradizionale. Inoltre, questa nuova legge ha potenziato i servizi di supporto psicologico nelle scuole e introdotto nuove misure di prevenzione. Tra queste, è stata istituita la “Giornata del Rispetto” il 20 gennaio, che si aggiunge alla Giornata Nazionale contro il Bullismo e il Cyberbullismo, celebrata il secondo martedì di febbraio insieme alla Giornata Europea della Sicurezza in Rete (Safer Internet Day).
Le conseguenze del cyberbullismo
Per i giovani, cadere nelle trappole della rete è fin troppo facile, ma le conseguenze possono essere devastanti, sia fisicamente che psicologicamente. Ansia, depressione, autolesionismo e, nei casi peggiori, suicidio sono solo alcune delle possibili conseguenze. È fondamentale, in queste situazioni, parlarne subito con adulti di fiducia: genitori, insegnanti o specialisti come psicologi o medici di base. Inoltre, ci si può rivolgere alla Polizia Postale o chiamare il 114 Emergenza Infanzia.
In caso di episodi di bullismo nelle scuole, è importante informare l’insegnante referente per il bullismo, una figura che tutte le scuole sono ora obbligate ad avere grazie alla nuova legge. È essenziale non rispondere alle provocazioni dei cyberbulli e conservare le prove degli abusi, poiché molte delle azioni di cyberbullismo sono perseguibili per legge.
La Legge del 2017 consente ai ragazzi di età superiore ai 14 anni, ai loro genitori o tutori di richiedere la rimozione, l’oscuramento o il blocco di contenuti offensivi al gestore del sito o del social network. Se questo non agisce entro 24 ore, ci si può rivolgere al Garante per la Privacy, che rimuoverà i contenuti entro 48 ore. Inoltre, in caso di reati come ingiurie, diffamazione, minacce o trattamento illecito di dati personali, si può ottenere un ammonimento al cyberbullo da parte della Questura.
Grazie al sacrificio di Carolina, oggi abbiamo strumenti legislativi più efficaci per contrastare il bullismo e il cyberbullismo. Tuttavia, è essenziale che le vittime non rimangano in silenzio, ma trovino il coraggio di chiedere aiuto, affinché queste tragedie non si ripetano.
Fonte: QuotidianoNazionale