Il giuramento del Governo Draghi
L’Italia ha un nuovo governo guidato da Mario Draghi. Oggi al Quirinale il giuramento dei 23 ministri convocati per formare il nuovo governo
Da mezzogiorno di oggi l’Italia è entrata nell’era Draghi, con il giuramento dei ministri annunciati ieri sera dal nuovo presidente del Consiglio. In tutto 23 personalità con 15 uomini e 8 donne. La cerimonia si è svolta nel Salone delle feste del Quirinale; i giornalisti hanno dovuto seguirla in diretta streaming, per rispetto della normativa contro la diffusione del Coronavirus. Dopo il giuramento, la cerimonia del passaggio della campanella tra Conte e Draghi; poi il primo Consiglio dei ministri del nuovo esecutivo.
Alle 13.00 è prevista la cerimonia del passaggio della Campanella tra Conte e Draghi dando così vita al terzo governo della legislatura. I Ministri, come consuetudine sono stati chiamati uno ad uno a giurare. La frase ripetuta da tutti i ministri è:
“Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne realmente la Costituzione e le leggi, e di esercitare le mie funzioni nell’interesse esclusivo della Nazione.”
I contrari al governo
Le scelte di Draghi non potevano soddisfare interamente i partiti e infatti non li hanno soddisfatti: nei 5 Stelle è scattata la rivolta di 30 senatori, dopo l’addio annunciato giovedì da Di Battista; il PD deve adattarsi rapidamente alla convivenza col centrodestra e dovrà spiegare perché non ha ministre; in Forza Italia ci sono malumori perché ha prevalso l’ala più governista anche se Berlusconi si dice soddisfatto; Salvini, scrive Verderami, «sembra già stretto nella morsa» tra la Meloni di lotta e il Giorgetti di governo.
Ma l’unico aspetto che rileva adesso è la personalità del premier, l’indipendenza mostrata nelle scelte, e la certezza che ha persone funzionali per fare le tre cose che gli chiedono gli italiani: scrivere un Recovery Plan impeccabile, e quello può farlo in tre giorni anche bendato; contrastare il dilagare delle varianti del virus; rilanciare l’economia. Non sarà un cammino facile ma la luna di miele — presumibilmente — non sarà breve: dal whatever it takes, la celebre frase con cui salvò l’euro, per un po’ passeremo al whatever he takes, qualunque cosa prenda e faccia sarà o sembrerà giusta. Almeno all’inizio.
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