Il noir nasce con John Huston e il suo falco
The Maltese Falcon fu il primo noir della storia del cinema e sancì l’inizio di un genere
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Il Noir come genere è iniziato nel 1941 con il film The Maltese Falcon (Il mistero del falco) di John Huston, che segna di fatto i canoni di quello che sarebbe stato uno dei generi più apprezzati del cinema.
La vicenda narra di un gruppo di persone, rispettivamente una donna misteriosa, Brigid (Mary Astor), il gangster Joel Cairo (Peter Lorre) e Casper Gutman (Sydney Greenstreet), interessati per denaro a trovare la statua di un antico falco di Malta appunto, che secoli prima andò perduto in mare durante il viaggio che lo portava dall’imperatore Carlo V di Spagna nel 1539 come tributo da parte dei crociati dell’Ordine dei Cavalieri a cui fu concessa l’isola di Malta. Ciascuno di questi personaggi si rivolge pertanto al detective Sam Spade (Humphrey Bogart) per ritrovare il cimelio.
A fare da contorno alla vicenda c’è l’omicidio, all’inizio della storia, del collaboratore di Sam, il quale muore proprio la sera dello stesso giorno in cui Brigid entra nel loro ufficio. Fra Sam e Brigid s’instaura subito un feeling e una storia d’amore.
Fin dal primo fotogramma il film presenta tutte le caratteristiche tipiche del genere, si comincia infatti con l’arrivo di una donna che sconvolge l’equilibrio, professionale ed emotivo, del protagonista. Com’è ovvio della donna non sappiamo nulla, che giunge disperata, perché alla ricerca di qualcosa o qualcuno. Questa figura è riconosciuta sul grande schermo con il termine “femme fatale“, una figura dominante rispetto all’uomo, tentatrice e ingannatrice che riesce a circuire e sedurre il detective di turno, altra figura quest’ultima, costante nel genere noir.
Bogart con questo ruolo ha caratterizzato un modello per molti attori e film di genere analogo o identico al noir, che fossero seri o parodie dello stesso. Basta citare pochi esempi come The Lady from Shangai (La signora di Shangai) di Orson Welles del 1946, Double Indemnity (La fiamma del peccato) di Billy Wilder del 1944, Chinatown di Roman Polanski del 1974 e per citare un esempio comico: Chi ha incastrato Roger Rabbit? di Robert Zemeckis del 1988, che prende in giro proprio tutti questi stilemi inserendovi anche i cartoni animati.
Un altro punto importante del genere Noir è l’uso del bianco e nero e della luce volti a simbolizzare i personaggi e le situazioni. Grazie ai giochi di ombra si mettono in evidenza i cattivi, i personaggi ambigui, oscuri. La luce e i bianchi sono invece destinati ai personaggi positivi. Si definisce così la diatriba fra bene e male. In questo film, per esempio, il colpevole che alla fine viene portato via dalla polizia, viene accompagnato in ascensore; la macchina da presa lo inquadra in primo piano con lo sguardo verso l’obiettivo mentre la porta a sbarre dell’ascensore gli viene chiusa davanti. Un chiaro simbolo del luogo in cui lo stanno portando.
Un’altra caratteristica, poi canonizzata, di questo film è la scelta di girare quasi tutte le scene in interni dando allo spettatore un senso di claustrofobia. L’effetto è accentuato anche dalle luci oblique di Arthur Edeson.
A dominare la scena nel Falcone Maltese è un Hamphrey Bogart come si sarebbe visto poche volte nella storia del cinema, la cui caratterizzazione di Spade in questo film gli valse la fama in tutto il mondo e oscurò quella degli attori che prima di lui avevano interpretato ruoli simili. Bogart divenne di fatto un’icona, non solo del genere ma in assoluto, rappresentando uno dei volti più carismatici di Hollywood.
Il Mistero del falco è un film inossidabile di cui è impossibile trovare elementi negativi, un film che resiste al tempo, un film accademico che nessun cinefilo può ignorare.
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