Ilva, il Governo valuta la nazionalizzazione dell’acciaio
I commissari diffidano Mittal sulla vicenda Ilva e valutano la nazionalizzazione. Conte, nel frattempo, sale al Quirinale per fare il punto
Il nodo legato alla vicenda Ilva non si scioglie ancora. Sul tavolo del Governo ci sono tutte e opzioni, compresa la nazionalizzazione dell’azienda. I commissari affidati alla valutazione sono molto diffidenti nei confronti di Mittal e non vogliono disdettare il contratto. Secondo loro, infatti, un comportamento simile andrebbe solo a discapito dei lavoratori e dello stato degli impianti. In tutto questo marasma, Conte attende, ma non lesina di salire al Quirinale per aggiornare Sergio Mattarella sullo stato dei colloqui.
“Stiamo già valutando tutte le possibili alternative. Nelle prossime ore aspettiamo una risposta definitiva da Mittal.” ha dichiarato Giuseppe Conte.
Il ministro delle Infrastrutture, Paola De Micheli, gli fa eco e non esclude la possibilità di un massiccio intervento dello Stato: “Siamo pronti a tutto per garantire la continuità aziendale di Ilva e soprattutto per non realizzare lo scellerato piano di licenziare più di 5 mila persone. Cosa fare nel merito lo decideremo assieme affrontando di petto la trattativa con Mittal.”
Intanto, l’allarme rosso scatta anche al Quirinale. In mattinata Conte ha aggiornato Mattarella sullo stato dei colloqui col gruppo franco-indiano per trovare una soluzione comune.
“Quelle poste al Governo sono condizioni provocatorie ed inaccettabili e le più gravi riguardano la modifica del piano ambientale, il ridimensionamento della produzione e la richiesta di licenziamento di 5 mila persone.” ha dichiarato Conte.
Ma dall’azienda fanno orecchie da mercante. Infatti, di fronte al rosso che cresce, il patron Mittal si concentra sulle questioni economiche dell’azienda, lasciando perdere la questione pugliese.
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