Una delle tante conseguenze che la chemioterapia, per quanto necessaria, può portare, è l‘infertilità. Questo problema, che colpisce sia gli uomini che le donne, è al centro di diversi studi in tutto il mondo. Al momento, una parte del tessuto sano viene prelevato prima di iniziare la cura. Viene poi congelato e reimpiantato una volta terminato il ciclo di chemioterapia. Così facendo, però, c’è il rischio che si possano introdurre di nuovo cellule maligne.
Per questo motivo, il Laboratorio di Biologia riproduttiva del Rigshospitalet di Copenhagen, tra i primi posti nella crioconservazione di tessuto ovarico, ha condotto uno studio che lascia ben sperare. Il tessuto prelevato è stato privato di tutte le cellule, lasciando intatta solo una “impalcatura” sulla quale sono stati impiantati i follicoli vivi. Si è visto che questi follicoli sono stati in grado di colonizzare il tessuto che, una volta impiantato nei topi, è risultato funzionante.
In questo modo, hanno spiegato i relatori durante il congresso della Società Europea di Riproduzione Umana ed Embriologia (Eshre) a Barcellona, si potranno limitare i rischi di introdurre di nuovo cellule tumorali.
La scoperta ha una valenza importante, in quanto potrebbe definitivamente risolvere (tra molti anni) l’infertilità che consegue alla terapia anti tumorale.
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