Attualità

Influenza aviaria, uomo più esposto al contagio: la nota dell’Oms

L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha fatto sapere che l’aumento dei focolai di influenza aviaria tra i mammiferi potrebbe favorire la diffusione del virus tra gli esseri umani. In una nota, l’Oms solleva la preoccupazione che il virus possa mutare e infettare gli esseri umani più facilmente:

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“Alcuni mammiferi – afferma – possono far mutare il virus dell’influenza, portando all’emergere di nuovi virus che potrebbero essere più dannosi per gli animali e per l’uomo”.

L’Oms, insieme all’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao) e l’Organizzazione mondiale per la salute animale (Woah), ha esortato i Paesi a collaborare per proteggere persone e animali.

“L’epidemiologia dell’influenza aviaria che ha accresciuto la preoccupazione globale poiché la malattia si è diffusa in nuove regioni geografiche e ha causato insolite morie di uccelli selvatici e un allarmante aumento dei casi di mammiferi”, ha affermato il capo scientifico di Woah Gregorio Torres.

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I casi umani di influenza aviaria sono generalmente il risultato di un’esposizione diretta o indiretta a pollame vivo o morto infetto o ad ambienti contaminati.

Cos’è l’aviaria

L’Influenza aviaria è un’infezione virale causata dai virus della famiglia Orthomyxoviridae, genere Influenza-virus A. I virus dell’influenza A sono gli unici orthomixovirus di cui sia accertata la capacità di infettare i volatili.; i volatili acquatici costituiscono un importante serbatoio di questi virus.

Negli esseri umani, è stato trovato che l’influenza aviaria causa sintomi simili ad altri tipi di influenza:

  • febbre;
  • tosse;
  • odinofagia;
  • dolori muscolari;
  • congiuntivite;
  • in alcuni casi, può causare problemi respiratori e polmonite, e può essere fatale.

In un caso, un bambino di quattro anni affetto da H5N1 si presentò in ospedale con diarrea seguita rapidamente da coma e conseguente decesso, senza sviluppare altri sintomi influenzali

Si distinguono due forme cliniche principali della malattia:

  • influenza aviaria a bassa patogenicità (LPAI);
  • influenza aviaria ad alta patogenicità (HPAI).

Le due forme, che possono coesistere, dipendono, oltre che dal ceppo virale (come già detto) anche dalla sensibilità dell’ospite per cui lo stesso virus può dare forme diverse in specie diverse. La morbilità è sempre elevata.

Rita Milione

Classe '99 da Cava de' Tirreni. Laureata in Scienze Politiche e delle Relazioni Internazionali presso l'Università degli Studi di Salerno con tesi in Diritto Parlamentare. Appassionata di social media, politica e giornalismo.

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