16 Marzo 2023 - 16:44

Inter, Marotta duro sui fatti di Oporto: “Evento increscioso e deplorevole, da condannare”

Possibile class-action contro il Porto. Marotta fa chiarezza e spiega quanto accaduto durante la sfida tra l'Inter e il club portoghese

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Continua a far discutere quanto accaduto all’esterno dello stadio Do Dragao durante il match di ritorno di Champions League tra Porto e Inter. Più di mille supporter neroazzurri, detentori di biglietto valido, sono stati bloccati al momento dell’ingresso nell’impianto sportivo, a causa di “motivi di ordine pubblico” addotti dallo staff del club portoghese.

Sulla questione si è soffermato anche l’amministratore delegato dell’Inter Beppe Marotta che in un’intervista a Tele Lombardia è tornato sull’argomento.

“Quanto successo al Do Dragao è stato un fatto increscioso e deplorevole che noi abbiamo condannato. – spiega Marotta Oggi abbiamo inoltrato una richiesta di di atti investigativi all’Uefa: in mattinata abbiamo fatto un meeting. C’erano problemi di ordine pubblico, ma l’accordo era comunque quello di far entrare i tifosi anche se più lentamente. Il Porto era l’unico club a poter prendere una decisione. Questo ci è stato disatteso nel momento in cui i tifosi si sono presentati allo stadio”.

Un appunto anche sulla vendita dei biglietti prima concessa in modalità libera e poi limitata ai soli tifosi portoghesi.

“Dal punto di vista regolamentare, all’Inter doveva essere riservato il 5% dell’impianto. E questo è stato fatto, i biglietti sono stati acquistati dai nostri tifosi. Per amore di verità, nel loro sito avevano segnalato come i tifosi italiani non avrebbero dovuto comprare altri biglietti per altri settori, ma gli altri tifosi residenti in Europa li hanno acquistati e nessuno gli ha intimato di non comprarli. Una volta acquistati, il Porto deve farsene carico, magari anche con il supporto dell’Inter, che ha messo a disposizione una quindicina di steward, che erano lì per occuparsi della sicurezza. Si trattava anche di nuclei familiari, di mamme e bambini. Quanto avvenuto era molto lontano dalle scene di Napoli o di pericolo per ordine pubblico”.