Musica

Intervista esclusiva a Lorenzo Fragola e a Mameli

Classe 1995, Lorenzo Fragola e Mameli hanno dato vita al brano “Happy, uscito venerdì 31 marzo su tutte le piattaforme digitali.

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Scopriamo, insieme, tantissime sfumature della loro persona e della loro anima tramite un’intervista esclusiva di Zon.it organizzata e curata da Filomena Volpe.

Intervista esclusiva a Lorenzo Fragola e a Mameli

1) Ciao ragazzi, buon pomeriggio! Come state?

“Ciao, buon pomeriggio! Stiamo bene, grazie!”

2) Venerdì 31 marzo è uscito il vostro nuovo singolo “Happy”. Che cosa rappresenta, per voi, questo traguardo?

Mameli: “Che cosa rappresenta? Nulla, un altro tassellino del nostro racconto basato su quello che siamo, quindi due amici che scrivono e cantano per i fatti loro. Siamo contenti perché stiamo riuscendo a raccontare quelli che sono i nostri sentimenti, le nostre paure, le nostre sfaccettature un po’ più tristi, un po’ più pesanti ma anche più leggere come può essere, ad esempio, il caso di questo pezzo e quindi non vediamo l’ora di mostrare tutto il progetto finale e, soprattutto, di suonarlo con le persone che ci vogliono sentire”.

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Lorenzo: “Secondo me, mentre i primi pezzi erano un po’ un ingranare, adesso credo che questo pezzo e ‘Testa per aria’ stiano iniziando ad essere molto più organici quindi è come se noi fossimo pronti a realizzare un progetto totale, a 360 gradi in tutte le sue sfaccettature. Devo dire che io sono molto felice perché alcuni sono dei pezzi che, effettivamente, avevamo scritto tanto tempo fa quindi uno se li tiene per un sacco di tempo e si chiede ‘Chissà quando uscirà’. Lo ascolta un milione di volte, fino a quando non ne può più ed ora, finalmente, sono usciti”.

3) “Happy” sembra essere, ad un primo ascolto, un brano molto fresco e leggero. In realtà presenta delle sfumature di significato molto profonde. Ad esempio con i versi

“E scusami se da due ore sto zitto/

Ma non ho voglia di parlarne/

E tu accendi la tv/

Su un film che non guardiamo più!”.

…che cosa avete voluto comunicare?

Lorenzo: “Allora diciamo che molte volte è come se fossimo costretti ad essere ‘happy’ (anche quando non lo siamo) per gli altri, cioè in una situazione di convivialità chi non sembra felice è una persona che, in qualche modo, crea un disagio, cioè una persona che si dimostra triste o non ha voglia di parlare oppure non partecipa perché non sta bene, quindi non è felice, crea un disagio nelle altre persone. É come se fosse anche scomodo in qualche modo. Una persona che è mossa da una sua difficoltà mette a disagio le altre persone quindi racconta un po’ questo. Uno, magari, non ha voglia di parlarne, non ha molto da dire però è come se mancasse di qualcosa, come se fosse in difetto. Questo credo che, in realtà sia un po’ un problema. Noi ci siamo resi conto, alla fine, che alle persone che ami è giusto mostrare quando non sei felice, è giusto mostrarti nella tua difficoltà solo che non è facile perché diventi scomodo a tutti gli effetti…”.

4) Ad un certo punto nel ritornello “Happy” recita:

“…Sono happy ma solo/

Sarà che mi sono perso di nuovo”

…Quindi la felicità, secondo voi, può derivare da uno stato di perdizione e, oserei dire, di inconsapevolezza?

Mameli: “Sì, esatto, proprio così. Il concetto è proprio quello. Questa è la parte più ironica ma, in realtà, anche la più riflessiva del brano perché molte volte – pur di mostrare agli altri e pur di mostrarci felici quando in realtà non lo siamo – noi rimaniamo “da soli” in quanto non ci stiamo aprendo con le persone che sono accanto a noi dato che mostriamo una parte finta. La vera parte di noi stessi, in realtà, è sola!

5) Dunque che cos’è per voi la vera felicità? Secondo voi si può essere totalmente felici o la totalità della felicità può dirsi tale solo se strettamente collegata alla malinconia?

Mameli: “Sì, secondo me si può essere felici. Io ho dei momenti della mia vita in cui sono veramente felice. Chiaramente, il bello di questa storia è che durano secondi”.

Lorenzo: “Secondo me, se la vediamo in maniera molto filosofica, possiamo considerare la felicità una specie di sospensione della sofferenza. Non so se esista veramente la felicità. Guarda, queste sono domande che, secondo me, ognuno si pone, chi più chi meno, in diversi momenti della vita e in ogni momento si daranno risposte diverse ma, la verità, è non ci siamo interrogati su questo. La nostra, più che altro, è stata ed è una critica sociale perché ci siamo concentrati su come si mostrano gioia e dolore agli altri. Sicuramente ognuno di noi, prima o poi, prova la felicità, anche se per poco[…]. Il nostro discorso era: ‘Perché oggi non si può essere anche tristi davanti agli altri? Perché si deve essere per forza felici?‘ Perché comunque siamo bombardati da tanti messaggi. Infatti, in questo momento, il marketing della società, è DEVI ESSERE FELICE perché hai tutti i mezzi, tutta la tecnologia, tutte le possibilità, tutte le opportunità però tutta questa immensa libertà, invece, ci rende soli più che felici. Ci carica di responsabilità e non ci rende liberi. Quindi, se proprio devo risponderti, la vera felicità è essere liberi“.

6) Vi andrebbe di parlarmi di un momento che avete vissuto insieme e in cui siete stati davvero felici?

Lorenzo: “Quando abbiamo finito l’album”.

Mameli: “Sì, quando abbiamo finito l’album e quando abbiamo scritto la canzone che è il titolo dell’album (ma che non ti posso rivelare)”.

Lorenzo: “Esatto, esatto, avrei risposto la stessa cosa!”

7) Che cosa avete provato e che cosa provate, ogni volta, nel collaborare per la realizzazione di un prodotto musicale? Com’è nato il vostro rapporto e che cosa avete in comune, oltre alla passione per la musica?

Mameli: “Cose in comune ne abbiamo un botto, dalla squadra che tifiamo ai luoghi di interesse, drink, un sacco di gusti musicali. Poi siamo della stessa città, siamo dello stesso anno. Quando collaboriamo insieme proviamo gioia e dolore, più dolore che gioia (sorride). Mesciare i sentimenti di entrambi è difficilissimo”.

Lorenzo: “Sì, magari all’inizio c’era più difficoltà perché, appunto, devi cercare di far combaciare un po’ di il mood di entrambi. Recentemente, invece, abbiamo realmente e veramente capito che per noi è una ricchezza fondamentale stare insieme e dividerci le responsabilità, dividerci anche i piaceri. È molto più semplice […]. Adesso lavorare insieme è diventata talmente una routine, talmente un’abitudine e farlo senza Mario, per me, significherebbe ricominciare, ritrovare un metodo, ritrovare un ritmo, ritrovare delle voglie quindi, ormai, è diventato un rapporto indispensabile“.

8) Vi andrebbe di comunicarmi un messaggio da trasmettere a tutte quelle persone che, ogni giorno, sono costrette a fingere una felicità che non provano?

Lorenzo: “Io personalmente mi sento di dire ‘Tenetevi strette le persone che riescono a guardarvi attraverso, cioè non per forza voi dovete avere la forza per mostrarvi veramente come siete perché ci sta che in un determinato contesto non si abbia voglia di parlare e di esporsi così tanto. Non è una colpa’. Non è una colpa delle singole persone che provano quei sentimenti o che fingono di essere felici per non destare preoccupazione negli altri. Quello che noi critichiamo è la società […]. L’unico consiglio che mi sento di dare è quello di circondarsi di persone con le quali potete permettervi di essere voi stessi e che riescano a vedervi attraverso, quindi anche quello che non dite, quello che non volete far vedere. Magari, ecco, persone che hanno la pazienza di fermarsi e di dire ‘Ecco, ma secondo me tu hai questo. Perché non me ne parli?’ Non sono facili da trovare però poi, quando le trovi, capisci la differenza di valore”.

Filomena Volpe

Laureata in Lettere moderne, sto proseguendo gli studi in Filologia Moderna (curriculum Didattica, Formazione e Ricerca). Sono appassionata ad ogni aspetto della cultura in generale. Amo Fabrizio De André, Vasco Brondi e Francesco De Gregori. Amo il cinema in ogni sua sfaccettatura. Amo comunicare l'arte della felicità come forma primigenia d'intelligenza. Amo la dolcezza intramontabile, i maglioni e la poesia. Scrivere è la mia più grande passione infatti, nell'anno 2020, ho pubblicato il mio primo libro: Inchiostro liquido. Nel 2021 ho partecipato al Salerno Letteratura Festival, in qualità di membro effettivo della Giuria. Nel medesimo anno ho ricevuto la "Menzione Speciale Premio Antonella Fiammenghi" per la miglior Tesi di Laurea sul Turismo Archeologico. Nel 2022 ho collaborato alla stesura del libro "Tracce di donne: storie di sogni, speranza e futuro", patrocinato dall'Associazione Patto Sociale e dall'Università degli Studi di Cassino.

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