7 Gennaio 2020 - 13:04

Iran, il Pentagono smentisce Trump: “Non colpiremo siti culturali”

Trump

Migliaia di persone presenti alla cerimonia di sepoltura di Soleimani a Kerman. Intanto, il Pentagono smentisce Trump e allenta le tensioni

Retromarcia significativa. Gli Stati Uniti bloccano i propri istinti guerrafondai e stoppano ogni polemica. Dal Pentagono smentiscono ogni possibilità di prendere di mira i siti culturali iraniani. O almeno così dice il segretario alla Difesa, Mark Esper, smentendo di fatto le frasi del presidente che avevano fatto preoccupare anche l’Unesco. La minaccia era arrivata direttamente da un tweet del presidente Trump. Nel post, il tycoon annunciava che gli Stati Uniti erano pronti a colpire 52 obiettivi in Iran, compresi alcuni siti di rilevanza culturale.

Gli USA rispetteranno le leggi dei conflitti armati.” ha dichiarato il segretario alla Difesa, Mark Esper. La minaccia era arrivata direttamente da un tweet del presidente Trump, in cui annunciava che gli Stati Uniti erano pronti a colpire 52 obiettivi in Iran.
Minaccia rilanciata anche ieri, dopo le polemiche generate dal tweet: “A loro è consentito uccidere, torturare e mutilare la nostra gente e a noi non è consentito toccare i loro siti culturali? Non funziona così.

Anche il segretario di Stato Mike Pompeo si era affrettato a dire che gli USA rispetteranno le norme sui conflitti. Prendere di mira siti culturali è infatti un crimine di guerra in base alla Convenzione dell’Aia per la protezione dei siti culturali, del 1954. In Iran ci sono una ventina di siti riconosciuti patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Fra questi le antiche rovine di Persepoli, la grande moschea di Isfahan e il palazzo del Golestan a Teheran, dove nel 1967 fu incoronato l’ultimo scià a governare l’Iran.

Intanto, migliaia di persone erano presenti alla cerimonia di sepoltura del generale Qassam Soleimani.