22 Gennaio 2018 - 18:39

L’Italia dei vizi: l’impietosa fotografia della Cgia di Mestre

Indagine Cgia

L’ufficio Studi della Cgia di Mestre, nella sua ultima analisi, ha registrato un aumento degli introiti del mercato delle attività illegali. L’hinterland milanese maglia nera

Da come ci vede la Cgia di Mestre, in Italia c’è poco di cui andar fieri. Anzi, il Centro Studi ha evidenziato nel periodo 2009-2016 un aumento del mercato delle attività illegali. Secondo l’Unità di informazione finanziaria della Banca D’Italia gli italiani spendono più di un punto percentuale del PIL annuo in attività illegali, quali il gioco d’azzardo, la droga e la prostituzione, per un giro d’affari a sei zeri. Ciò si ripercuote sulla qualità della vita di tutti i cittadini in quanto aumenta il grado di insoddisfazione ed insicurezza sociale.

Le cifre

Il mercato delle attività illegali ha, purtroppo, il vento in poppa: il vizietto preferito degli italiani resta l’uso di sostanze stupefacenti, per cui la popolazione del Bel Paese arriva a spendere fino a 14,3 milioni. Segue a ruota il giro d’affari legato alla prostituzione e ad altre attività penalmente punibili quali l’estorsione e l’usura.

Le città più a rischio

A livello regionale, la maglia nera per il business legato ad attività illecite spetta alla Lombardia, che condivide il podio insieme a Liguria e Campania. Il solo hinterland milanese ha fatto registrare la cifra record di 253,5 segnalazioni ogni 100mila abitanti.

A livello provinciale, le situazioni più a rischio sono fotografate a Como, Varese, Imperia, Milano, Napoli e Prato con un bottino di 200 segnalazioni ogni 100mila abitanti.

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