Italia e Francia a confronto con burkini e tolleranza
Alfano chiarisce che bisogna solo adottare buon senso nei confronti delle diversità
[ads1]Il termine “burkini” nasce da una contrazione fra burqa e bikini ed è un indumento tipicamente usato dalle donne islamiche, anche chiamato “modestkini”.
Le ragioni per cui questo indumento dia vita a così tanto scalpore non sono chiare, ciò che è chiaro invece è che si tratta di una questione di rispetto. Alfano sottolinea, infatti, che la Costituzione Italiana prevede libertà di culto se questa risulta rispettosa per chi professa e chi no.
La situazione è completamente diversa in Francia dove il premier, Manuel Valls, ha dichiarato: “l’utilizzo del burkini è incompatibile con i valori della Francia perchè la donna islamica è sempre soggetta ad asservimento”. Il premier francese trova in disaccordo Alfano ma completamente d’accordo Salvini. Egli infatti dichiara che il burqa è solo un simbolo di arroganza e sopraffazione nei confronti della donna.
L’Italia è aperta al confronto, dura e severa ma mai provocatrice. Mai la nazione si è mostrata razzista verso culture o etnie o religioni diverse e per ottenere questo risultato c’è stato un grande lavoro di prevenzione.
Il premier francese si trova d’accordo su alcuni bandi emessi da alcuni comuni francesi sul divieto di indossare il costume totalmente coprente nei luoghi pubblici. Nelle ultime settimane, a Cannes, 3 donne sono state multate per questo motivo e addirittura in Corsica si sono registrati scontri fra corsi nazionalisti e maghrebini. La Francia chiede alle autorità musulmane di adottare le stesse regole in modo da evitare condizioni di scontro e confronto.
La situazione in Italia è davvero molto tranquilla: nel 2008 c’è stato il primo caso, risolto senza divieto, a Verona. Tre anni fa, nella piscina comunale di Bolzano, il burkini è stato addirittura autorizzato.
Alfano spiega che non c’è assolutamente bisogno di intervenire poiché i casi di donne in burkini in spiaggia in Italia sono sporadici se non inesistenti per questo ciò che egli sottolinea è “buon senso”, nel rispetto delle diversità.
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