Buon compleanno James Dean, stendardo della gioventù senza tempo
Ad ottantasei anni dalla sua nascita ricordiamo James Dean, il ribelle in cui i giovani di ogni tempo hanno potuto riconoscersi e trovare catarsi ai propri drammi
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Jeans e t-shirt, animo ribelle e sguardo tenebroso e delicato al tempo stesso: un’immagine, quella di James Dean, entrata ormai nell’immaginario collettivo ed elevatasi a stendardo della gioventù senza tempo.
A contribuire alla nascita del mito, una vita, seppur breve, segnata da irrequietezza e incomprensioni e terminata tragicamente a bordo di una Porsche 550 Spyder, divenuta nota in seguito, tristemente, come la Porsche di James Dean.
Il mito
James Byron Dean nacque l’8 febbraio del 1931 a Marion, nell’Indiana. La prematura scomparsa della madre e il pessimo rapporto con suo padre fecero sì che in lui si sviluppasse lo spirito indipendente e testardo che lo portò ad avvicinarsi al mondo della recitazione e a collezionare tre grandi successi, gli unici tre film (accreditati) che lo videro protagonista: La Valle dell’Eden, Gioventù bruciata e Il gigante.
Tre capolavori intramontabili che, ad oggi, risultano inscindibili dall’attore che li interpretò. Tre manifesti in cui i giovani di ogni tempo hanno potuto riconoscersi e trovare catarsi ai propri drammi e alla propria solitudine. Nessun attore sarebbe stato più adatto ad interpretare il ruolo dell’adolescente ritratto nell’incertezza e nel disagio di un’età notoriamente complessa. James Dean rappresentava la ribellione alle imposizioni della società. Era il figlio che cercava silenziosamente il riconoscimento paterno. Dean sfoggiava l’irruente arroganza e la sfrontata noncuranza dell’adolescente che insegue la propria unicità e, allo stesso tempo, l’approvazione dei propri simili. James Dean era i giovani.
Le sue esperienze di vita contribuirono a regalargli la carica emotiva che spinse Elia Kazan a scegliere lui per il ruolo di Cal Trask ne La Valle dell’Eden, preferendolo a Marlon Brando e a Montgomery Clift, due già veterani “ribelli di Hollywood” e modelli di riferimento per il giovane Dean.
La sua interpretazione più celebre resta comunque quella dell’irrequieto Jim Stark in Gioventù bruciata. Il film divenne ben presto un cult, anche grazie a (o meglio, a causa de) la morte prematura e violenta che colpì, in tempi diversi, i tre protagonisti (Sal Mineo, Natalie Wood e lo stesso Dean) e che valse alla pellicola l’etichetta di film maledetto.
Una carriera promettente, quella di James Dean, stroncata sul nascere. Le poche interpretazioni dell’attore sono bastate, tuttavia, a regalargli un importante e triste primato: quello di essere stato il primo a ricevere due nomination agli Oscar come miglior attore dopo la sua morte. Non vinse in nessuno dei due casi, ricevendo come unico riconoscimento un Golden Globe postumo (nel 1956).
Una morte segnata da tragica ironia
La passione smisurata dell’attore per le moto e le auto da corsa ha segnato, oltre alla sua vita, anche la sua tragica morte. James Dean rimase coinvolto nel fatale incidente che gli costò la vita il 30 settembre 1955, mentre si trovava alla guida della sua Porsche 550 Spyder lungo la U.S. Route 466. Il giorno seguente avrebbe dovuto partecipare ad una gara automobilistica.
Una sorte ironica, che lo aveva visto appena un mese prima partecipare come testimonial ad uno spot sulla guida sicura: “Guidate con calma – recitava – Perché la vita che salvereste potrebbe essere la mia“.
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