29 Marzo 2023 - 16:09

Juve, senti Tudor: “È il miglior club al mondo”

L'allenatore dell'OM Tudor, vice di Pirlo ai tempi della Juventus, parla del suo futuro. Probabile il suo arrivo in bianconero

Juve

Tudor è il primo nome accostato alla Juve per il post Allegri. L’allenatore dell’Olympique de Marseille si è raccontato ai microfoni de L’Equipe.

Juve, le parole di Tudor

“La chiave è stato il primo incontro con il presidente (Pablo Longoria ndr) e il direttore (Javier Ribalta ndr), prima di firmare. Ho detto loro: ‘Vengo se è così e così, ci state o no?’. Hanno detto di sì, ‘ti sosterremo, vieni e fai quello che vuoi fare’. Dovevo essere sicuro che stessimo andando nella stessa direzione. Perché se non abbiamo la stessa visione del club, di come dovrebbe essere gestita una squadra, con una gerarchia molto chiara, non sarei venuto”. 

“Qui c’è il Psg, che in Italia non ha equivalenti, perché oggi è sopra Inter o Juve. Poi ci sono tre o quattro squadre che, in termini di rosa, possono avere più qualità in Italia, rispetto ai pari francesi. Ma dal sesto all’ultimo posto qui sono più forti. Se domani c’è Empoli-Strasburgo, lo Strasburgo vince con largo margine; Reims contro La Spezia, il Reims vince con largo margine. Quando tu vai a giocare a Reims, vedi tre o quattro giocatori che vorresti portare con te, stessa cosa a Strasburgo, mentre se sono l’Inter e gioco a Empoli o La Spezia, non prendo nessuno. In Italia c’è un gap che in Francia non trovi. In Francia c’è molto più ritmo, perché la tipologia dei giocatori è diversa: qui sono più giovani e più fisici. In Italia l’intensità non c’entra. Gli inglesi del resto vogliono comprare giocatori del Lorient, non giocatori in Italia, significa che qui ci sono giocatori che hanno le qualità per integrarsi nel miglior calcio possibile”. Restando su questa tema continua: “Il grande vantaggio di questo pubblico caloroso ed esigente è che ti spinge. Allo stadio è sempre una grande festa. Con Hari (Vukas, il suo vice, ndr), ogni volta ci guardiamo e ci diciamo: ‘Oggi altri 60.000!’. È come giocare la finale di Champions League ogni partita. E poi, in questo stadio bollente, arrivano Strasburgo, Angers o Ajaccio. E cosa si dicono i loro giocatori? ‘Mio Dio, oggi è magnifico, guarda questo pubblico, questo stadio, non possiamo sbagliare!’. Poi fanno la partita dell’anno, e questo ti costa punti”.

“C’è un rapporto molto sincero tra me e la Juventus – continua Tudor, con valori che condividiamo, e questo non accade ovunque. Quando sono accaduti questi piccoli incidenti, che erano cose che un po’ mi aspettavo, il presidente è intervenuto ed è stato chiaro ai giocatori: ‘La strada è questa, chi non è contento può trovare un’altra società’. Da lì la musica è cambiata. Nel calcio tutti sono lì a chiedersi come otteniamo risultati, come diventiamo un club che funziona. Ho avuto la possibilità di giocare nel club più forte del mondo, la Juventus, e quando le persone mi chiedono perché vincono, è perché scelgono le persone giuste al posto giusto e gli fanno fare quello che sanno fare. Il negoziante è il negoziante, l’allenatore allena, ecc ecc…”.