Juventus, il mercato della linea verde: Paratici visionario o imprudente?
La Juventus ha completato il calciomercato ringiovanendo la rosa e cambiando le strategie degli scorsi anni: è la scelta giusta per ricreare un ciclo?
La storia della Juventus si racconta di pari passo ad una serie di dirigenze impeccabili, capaci di saper svoltare nel momento del bisogno e correre quando si ha la forza di farlo. Dal ritorno della famiglia Agnelli la Vecchia Signora ha aperto un intramontabile ciclo fatto di nove campionati vinti consecutivi e due finali di Champions League. Madama è cresciuta, si è ingessata le ossa distrutte negli anni dei settimi posti.
Queste nove stagioni sono state accompagnate da scelte societarie molto forti e diversificate. Negli anni della ricrescita Paratici ha puntato sulla scoperta del talento e ai colpi come Pogba, Vidal, Coman. Una volta raggiunta la forza societaria dell big, anche la Juventus ha incominciato ad imporre la propria ombra sul mercato internazionale, cambiando strategia e andando a prendere i più forti. Si è passati da Tevez fino ad arrivare a De Ligt, uno dei migliori giovani difensori in circolazione, a Cristiano Ronaldo. Impensabile fino a qualche anno fa che Agnelli potesse riportare la Juventus sul tetto delle più potenti.
L’ossessione per la Champions League ha portato però la società a prendere giocatori formati e rodati e aumentare l’età media. Intanto l’Inter ha incominciato a rinforzarsi. E allora la Juventus ha ripensato da società alla’avanguardia, cambiando la propria strategia e puntando su una linea verde. La vera forza per non fermare un ciclo è avere già l’idea in mente di aprirne un altro. Non cadere nel fondo del barile, ma continuare a lottare con le migliori.
La nuova dinamica societaria si fa forte in un caldo 8 agosto quando a prendere il posto di Sarri viene promosso Andrea Pirlo. Il ringiovanimento parte da qui, un’idea di calcio moderna e ovviamente molto rischiosa, visto che il neo tecnico bianconero non ha alcuna esperienza in panchina. Il primo nuovo giocatore è la stella svedese Kulusevski, classe 2000 da estreme potenzialità che Madama vuole mettere in primo piano. La fiducia ai giovani è fondamentale e non devono marcire in panchina, come dimostra il Borussia Dortmund che ha aperto un “asilo nido” con bambini modello come Reyna (2002) e Bellingham (2003) insieme all’ormai bimbo-gigante Haaland.
Alla Continassa sono seguiti a ruota Arthur, giocatore internazionale ma del 1996 e il giovane McKennie, semisconosciuto alle orecchie dei tifosi. Il nuovo attaccante sbarcato a Torino è una vecchia conoscenza che porta il nome di Morata, sicuramente non giovanissimo ma molto fidato. La linea verde si è rinvigorita con il colpo finale di Federico Chiesa (1997). Il talento italiano è adatto a ricoprire sia tutta la fascia sia un posto più offensivo e a 22 anni è già un profilo conosciuto.
A fronte delle cessioni di Pjanic, Higuain, Matuidi, De Sciglio, Douglas Costa e Rugani, per un’età media di 29,7 anni, gli innesti di Arthur, Morata, McKennie, Kulusevski, Chiesa e Frabotta raccontano di un’età media di 22,7 anni. Nuove leve che vanno ad aggiungersi a De Ligt, Demiral, Bentancur. Una differenza di ben sette anni. Un misto di giovani dati in adozione ai campioni, che dovranno crescerli sotto la loro ombra per il bene della Juventus.
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