Kanye West: “Bipolarismo? E’ come avere il cervello slogato”
Su Netflix riparte “Non c’è bisogno di presentazioni”, il talk show condotto da David Letterman. Ospite della prima puntata è il rapper Kanye West
Kanye West incontra David Letterman: la popstar egocentrica e visionaria siede di fronte al sorriso bonario e sornione del presentatore più amato d’America. Così parte la prima puntata della seconda stagione di “Non c’è bisogno di presentazioni”, il talk show che porta su Netflix un format in cui intervista e conversazione si sovrappongono. Ne viene fuori uno show ironico ed intelligente, sincopato dal flow di un rapper pronto a far luce sugli aspetti più oscuri della propria prismatica personalità.
La scomparsa della madre
Il primo argomento che affiora è il rapporto tra la star e sua madre. A proposito della scomparsa di quest’ultima, Kenye racconta: “Arrivi ad un punto dove la accetti, era una cosa destinata ad essere nel momento in cui era prevista. Sarebbe stato il momento più bello della sua vita, essere coi suoi nipoti che corrono per casa“.
Il bipolarismo
Poi, si passa ad uno dei temi più attesi: la diagnosi del bipolarismo. Il presentatore introduce la questione mostrando l’ultimo disco di West, Ye, dove, in copertina, una frase si rileva dalla sagoma di uno sfondo montuoso: “Odio essere bipolare. E’ fantastico“. La spiegazione del rapper è da brividi: “Quando sei in quello stato, sei paranoico su tutto, pensi che tutti siano attori e si tratti di una cospirazione. Senti che ti registrano, che tutti vogliono ucciderti e non ti fidi più di nessuno.”
Quella condizione psichica è paragonata ad una sorta “slogatura cerebrale“. Il vero problema, però, è l’insensibilità della società rispetto a questo tipo di difficoltà: Kenye sottolinea che, quando qualcuno ha una caviglia lesionata, si preferisce non insistere sulla parte dolente ma, se ha un disturbo mentale, è probabile che sia messo ancora di più sotto torchio e poi stigmatizzato in quanto “pazzo“.
Trump: Kanye West è un supporter?
L’intervista si fa calda e animata quando Kanye parla di Trump. Il cantante non si professa un vero supporter del Presidente degli Usa in quanto non ne è elettore: confessa, inoltre, di non aver mai votato in vita sua.
Critica, però, la mancanza di libertà concessa dai liberali, come se un dibattito costruttivo sul leader non fosse possibile. Letterman, in evidente disaccordo, interviene chiedendo in modo un po’ provocatorio chi sia la vittima in questo quadro politico e sociale.
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