Koulibaly ancora vittima di razzismo, Daspo a vita a chi insulta: ecco la nostra proposta
Ancora insulti razzisti sugli spalti della Serie A, dopo Maignan tocca a Koulibaly. Punire questi individui deve essere la priorità
Ieri sera allo stadio Artemio Franchi di Firenze è andato in scena l’ennesimo irriprovevole episodio razzista, a farne le spese è stato il difensore del Napoli Koulibaly, che subito dopo l’accaduto ha denunciato l’episodio sul proprio profilo Instagram.
Dopo quanto accaduto a Maignan in occasione della trasferta di Torino contro la Juve, quello di Firenze è solo l’ultimo episodio di un fenomeno che in Italia sembra non avere un freno.
Il tifoso juventino, identificato e daspato a vita dalla Digos di Torino, non potrà accedere più allo Juventus Stadium, la giusta punizione che ci aspettiamo di vedere anche per quegli imbecilli che ieri hanno deciso di rovinare una bellissima giornata di calcio.
È ora che la Lega di Serie A prenda sul serio il razzismo negli stadi e rediga un regolamento ad hoc che punisca episodi del genere, siano essi razzisti o discriminatori.
“Scimmia di merda. Mi hanno chiamato così. Questi soggetti non c’entrano con lo sport. Vanno identificati e tenuti fuori dagli stadi: per sempre“. Prendendo in prestito la denuncia del difensore senegalese del Napoli, la nostra proposta è quella di estirpare alla fonte ogni forma di discriminazione punendo i colpevoli con pene esemplari.
La proposta
Nel 2021 è inaccettabile che questi episodi rimangano impuniti riducendoli ad un semplice divieto di accesso ad un singolo impianto.
È giunta l’ora di impedire a questi trogloditi di accedere a qualunque evento sportivo, sia esso professionistico o giovanile, ed inserire tale reato (perché è di questo che si tratta) nella fedina penale del trasgressore.
Il nostro Paese, purtroppo, è da sempre vittima di questi individui, persone becere e maleducate che arrivano allo stadio per sfogare i propri istinti animaleschi, macchiando la reputazione di un intero popolo, quello italiano, da sempre accogliente e multiculturale.
Il daspo a vita è l’unica soluzione percorribile per invogliare anche i “tifosi” peggiori a rispettare la regole. Nel nostro Paese il calcio è sempre stato lo specchio della società in cui viviamo e se, attraverso quest’ultimo, possiamo finalmente cambiare realmente le cose, ben venga. Il concetto da passare è solo uno: l’Italia non è, e non deve più essere un posto per razzisti!
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