12 Ottobre 2021 - 15:56

Rebus Kulusevski: arma in più o carta da scambiare?

Il futuro di Kulusevski è in bilico e la Juventus valuta la sua cessione per arrivare ad una punta. Lo svedese ha poche chance ed un trattamento diverso

L’estate del 2020 ha portato due frecce nell’arco della Juventus: Chiesa e Kulusevski. La prima è scoccata e ha centrato il bersaglio, la seconda è ancora poco precisa, ma intatta. Toccherà all’arciere Allegri decidere se venderla oppure aggiustarla. La domanda può essere anche un’altra: se fosse l’arco sbagliato?

Le risposte potrebbero essere molte, sicuramente Kulusevski ha vissuto alti e bassi ed ha segnato gol importanti come nella finale di Coppa Italia. I suoi sprazzi di talento si sono visti e a differenza di molti suoi colleghi non ha mostrato solo il peggio.

Vendesi!

La Juventus sta valutando il suo addio, vista l’ascesa di Chiesa e la presenza di Dybala e le altre punte. Kulusevski ha sicuramente fatto meglio di una lunga lista di giocatori bianconeri, alcuni anche campioni d’Europa, ma porta un’etichetta diversa dagli altri. Un pezzo vendibile ad un prezzo migliore, con le big in giro per l’Europa pronte a spendere. Tra queste sicuramente il Bayern Monaco, che fa del 4-2-3-1 e 4-3-3 le sue armi migliori.

Ed allora ritorniamo alla domanda principale: se fosse l’arco sbagliato? Lo svedese potrebbe mettersi a disposizioni in altri ruoli ed Allegri ha dichiarato di volerlo provare mezz’ala, nel ruolo ricoperto da Rabiot e Bernardeschi nelle ultime partite. Il rischio di non trovargli un’identità è alto.

Poche chance

Molti cavalli dell’ippodromo di Max stanno zoppicando, ma non sono stati “mandati al prato”. Alcuni ricevono ulteriori possibilità di rimettersi al trotto. Un trattamento diverso riservato a Kulusevski, che porta il peso del cartellino e del suo valore. Quasi come se la Juventus fosse indispettita dalle prestazioni del giocatore, differenti rispetto a quelle di Parma.

Dal suo arrivo alla Juventus, Kulusevski non è stato mai schierato nel suo ruolo: ala di un 4-3-3, ma è stato spesso chiamato ad adattarsi. Il classico compromesso che spesso in Italia lima il talento, ma non lo sgrezza, anzi lo adatta ad un contesto per arrivare a tutti i costi ad un obiettivo e perderne un altro.