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La strana parabola del viziato Ousmane Dembélé

Doveva essere la nuova legacy. Avrebbe dovuto diventare il giocatore simbolo di un passaggio generazionale. Nel momento del suo acquisto, nel lontano 2017, Ousmane Dembélé era stato scelto come l’erede ufficiale di un certo Neymar Jr. Per lui, il Barcellona aveva anche sborsato 100 mln più 40 di bonus al Borussia Dortmund, ultima squadra nel quale il talento francese aveva brillato. Ma il suo passaggio al Barça ha di fatto mostrato i limiti di un ragazzo forse ancora troppo acerbo caratterialmente.

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5 anni dopo la sua firma con club catalano, il quasi 25enne nazionale francese ha avuto tempo e modo di poter prolungare il suo contratto con il Barcellona, in scadenza a Giugno. A nulla sono serviti i vari tentativi del direttore sportivo Mateu Alemany, il giocatore ha sempre tergiversato, fino al capolinea imposto dalla società. “Ci sembra ovvio che il giocatore non voglia continuare al Barcellona e farsi coinvolgere nel progetto futuro del Barça” ha dichiarato lo stesso Alemany. “A queste condizioni, quindi, abbiamo detto a lui e ai suoi agenti che deve andarsene immediatamente”.

Il talento cristallino in Francia e Germania

Un capovolgimento assurdo, considerando da dove era partita la carriera professionista di Dembélé. Cresciuto nelle giovanili del Rennes, fa il suo esordio in prima squadra nella stagione 2015/16, ad appena diciotto anni. Nella sua prima esperienza nel campionato dei grandi, il francese fa subito vedere il suo grande talento. In appena 26 apparizioni in rossonero, il giovane transalpino riesce a mettere a segno 13 reti. Celebre è la sua prima tripletta quello stesso anno nella vittoria fuori casa contro al Nantes, terminata 1-4.

Il passaggio quindi al Borussia Dortmund pare il giusto percorso di crescita per un talento in rampa di lancio. Pagato appena 15 mln più bonus nell’estate del 2016, Dembélé si trasferì in una squadra famosa per il suo lavoro certosino sullo sgrezzare i talenti. In quell’anno, insieme a Reus e Aubameyang, costituirà uno dei tridenti più temibili dell’intera Bundesliga. Certo, i suoi numeri in fase realizzativa calarono, passando ad appena 6 gol in 32 apparizioni in giallonero. Ma il talento e le potenzialità nascoste dietro la sua giovanissima età convinsero il Barcellona a spendere una cifra monstre per accaparrarsi il francese già una stagione dopo.

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L’inizio del calvario, Fortnite e il Mc Donald’s

Tutto sembrava apparecchiato. Il suo arrivo al Barcellona, la possibilità di giocare al fianco di Lionel Messi e Luis Suarez. Ogni tassello sembrava messo a regola d’arte affinché Ousmane Dembélé diventasse la nuova stella del calcio francese. Ma il destino a volte fa brutti scherzi. Se nelle precedenti esperienze in Francia e Germania l’avevano sempre visto incolume da infortuni, addirittura facendolo giocare quasi tutte le partite della Bundesliga con il Dortmund, alla sua seconda partita in blaugrana si deve già fermare. Infortunio al tendine del ginocchio. Stop di 4 mesi. Un inizio drammatico.

Il problema è che quello sarà solo uno dei tanti stop subiti dal francese. In 5 anni di Barça, sono stati conteggiati la bellezza di 102 partite saltate con 695 passati in infermeria. Numeri da pelle d’oca, che fanno capire che oltre la sfortuna deve esserci qualcos’altro. Infatti, ciò che il club non aveva valutato al momento dell’acquisto del giocatore era la scarsa professionalità di Dembélé. Il francese si era ritrovato milionario nemmeno ventenne, e preso dal lusso ha condotto fino ad oggi una vita sregolata. Piuttosto che impegnarsi nel suo lavoro, le attenzioni del giocatore si sono rivolte verso i videogiochi, Fortnite soprattutto, e le serate fino a notte fonda con gli amici, culminate poi davanti al Mc Drive.

Il punto messo dal Barcellona

E anche se questi motivi avrebbero fatto impazzire qualsiasi società, il Barcellona in piena emergenza societaria e con una squadra da rifondare ha deciso ancora una volta di puntare su di lui. Troppo oneroso l’acquisto fatto cinque anni prima per poterlo vendere così a cuor leggero. Il nuovo allenatore Xavi e il rieletto presidente Laporte hanno creduto in lui ancora una volta. Ma anche questo non è bastato. La situazione contrattuale precaria di Dembélé ha portato ad un dentro o fuori, per non rischiare di perdere un giocatore pagato 140 mln complessivi a parametro zero nella prossima stagione.

Dopo essere stato messo ufficialmente sul mercato, ed essere stato attaccato pubblicamente dal DS catalano Alemany, è lo stesso Dembélé a rispondere via social sulla questione. Il francese con una storia di Instagram da il suo punto di vista sull’accaduto che lo vede protagonista. “Sono quattro anni che si dicono un sacco di cose sul mio contro. Non mi sono mai difeso, e ho sbagliato. Ora comincio a farlo. Proibisco a chiunque di pensare che io non sia legato al progetto sportivo, così come proibisco a chiunque di attribuirmi intenzioni che non ho mai avuto“. Botta e risposta tra società e giocatore, che ormai lascia il tempo che trova. Adesso il club ha 11 giorni di tempo per trovare una nuova casa, sperando che riesca a maturare e lasciandosi alle spalle le vecchie abitudini da teenager.

Antonio Di Mita

Sono un pluriomicida di serie tv e film. Conoscitore mainstream di anime e manga, soffro gravemente di un'inguaribile passione calcistica e di sport in generale, con un fetish innato per la mitologia di qualsiasi etnia. Mi piace scoprire culture diverse dalla nostra, e scoprire filosofie distanti, anche attraverso.

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