Il primo film della scrittrice e regista Greta Gewing, Lady Bird, è un’autobiografia nostalgica e trasognante, affresco dell’età adolescenziale
Lady Bird è un film sull’età della scoperta, quella dell’autodeterminazione e della volontà di emergere. Non si toglie di dosso l’etichetta di pellicola
coming of age, ma si dimostra un film all’altezza della nomination all’
Oscar, soprattutto per la freschezza con la quale è narrata la storia della protagonista
Christine Mcpherson (Saloirse Ronan), una 16enne nell’anno 2002 vulcanica ed eccentrica che vive a
Sacramento con la famiglia.
La voglia di evadere
Lady Bird è il nome che ha dato a se stessa ed è tutto un programma: la “ragazza uccello” ha voglia di evadere, di
scappare dalla “gabbia” nella quale è costretta a vivere (la sua città con la quale ha un rapporto di amore ed odio) e di allontanarsi dall’opprimente madre che la pone costantemente di fronte alla realtà dura e brutale dell’essere adulti. Ma Lady Bird ha bisogno di
leggerezza, ha bisogno di volare in alto e di sognare, ha bisogno di superficialità perché la vita è fin troppo brutale e noiosa. Ed è proprio dalla noia che vuole salvarsi e scappare. La vita di provincia è approssimativa, la costringe a
limitarsi a dover avere amicizie poco appaganti, a dover vivere di stenti, a dover prendere parte a noiosi musical nel liceo cattolico che frequenta. Così trascorre l’ultimo anno del liceo, tra la sicura ed eterna amicizia con la goffa e obesa amica del cuore,
Julie (Beanie Feldstein), e le “tentazioni” di compagnie più trasgressive come la ricca J
enna (Odeya Rush).
È incuriosita, infine, dalle prime cotte amorose, dal compagno del laboratorio di recitazione
Danny (
Lucas Hedges, che abbiamo già conosciuto in
Manchester by the Sea) al tenebroso e nichilista
Kyle (
Timothée Chalamet, già protagonista per Guadagnino in
Chiamami col tuo nome). Ed è così che decide di iscriversi ad un prestigioso
college di New York, nonostante i problemi economici familiari (il padre ha recentemente perso il lavoro) e nonostante le continue battaglie da parte della madre nel convincerla a frequentare il College di Sacramento, Lady Bird caparbiamente decide di non rinunciare alle sue inclinazioni personali: è l’unica occasione per partire e lasciare la gabbia. Potrebbe risultare una scelta egoistica ma l’amore per se stessi e i propri sogni è quello che conta di più al mondo e ben lo sa una ragazza forte come Christine, con la quale la regista
Greta Gewing ha voluto raccontare se stessa in un’età in cui tutto è ancora possibile, il libro della vita ha le pagine bianche tutte da scrivere.
Tema e ambientazione
La scelta di ambientare buona parte del racconto all’interno di un
liceo cattolico segue esattamente questa linea, offrendo alla
Gerwig la possibilità di smascherare con scanzonata ironia l’ipocrisia e il bigottismo su temi come
l’omosessualità, l’autoerotismo e il sesso.
E’ un film sull’
autodeterminazione e la voglia di affermarsi a tutti i costi, anche se dovesse far male a qualcun altro. Perchè si sa che per affermare se stessi, bisogna necessariamente mettere nell’ombra tutto il resto, senza guardarsi troppo indietro ma sempre con lo sguardo proiettato d’avanti a se. “
Chiunque parla della California gaudente dovrebbe passare un Natale a Sacramento”.