Carpe diem, cogliete l’attimo ragazzi, rendete straordinaria la vostra vita. Così L’Attimo Fuggente, film di Pete Weir con protagonista Robin Williams, è divenuto un cult della Settima Arte. Un film delicato ma allo stesso potente che raffigura il mondo delle scuole, una preparazione alla vita non finalizzata al mero studio accademico, bensì una ricerca vero le proprie passioni artistiche.
Ambientato nel 1959 nel collegio maschile Welton nel Vermont, John Keating è il nuovo insegnante di letteratura. Una materia che richiede un approccio tutt’altro che mainstream, così com’è scritto interpretato da uno straordinario Robin Williams. Il comico statunitense deceduto anzitempo nel 2014 è stato uno degli attori più apprezzati degli anni ’90 e inizio duemila, confezionando pellicole fiabesche e allegre come Hook, Jumanji, L’uomo bicentenario.
Il film L’Attimo Fuggente è probabilmente il suo primo grande lavoro, una pellicola delicata ma allo stesso tempo potente che affronta il tema dell’insegnamento. Un insegnamento che rivoluziona il tradizionale rapporto maestro-allievo, bensì quello scorrere tra i banchi, quell’innalzarsi sulla cattedra, quel pensare fuori dal quadrato. L’Attimo Fuggente è una lezione di vita, una lezione che instilla coraggio, ispirazione e passione. Il cuore e il talento vanno allenati come la mente e l’istruzione, per poi trovare il proprio posto nel mondo, magari nella felicità.
Ed è sul concetto di felicità che si incentra la pellicola di Pete Weir, incoraggiando quell’attimo da cogliere, l’opportunità effimera e irripetibile. Carpe diem, dal latino, all’interno di un collegio che pullula di cultura e dedizione allo studio. I ragazzi del college si ritrovano, per la prima volta nella loro vita, a imparare qualcosa che non è spiegato in nessun libro di testo: la vita.
Le pagine dei libri strappate, i fogli bianchi si riempiono di nuovi versi, i sedicenni protagonisti del film diventano piante innaffiate di sentimenti dal sapore di vita.
La Sceneggiatura Originale del film fu premiata agli Oscar del 1990 come Miglior Sceneggiatura Originale. L’attimo fuggente infatti si lancia dalla poetica per reinterpretarla e venerarla, rappresentando giovani che cercano il loro posto nel mondo al di là del mero lavoro.
Lodevole la scrittura della pellicola, soprattutto se pensiamo a quanti film del cinema contemporaneo faticano a risultare credibili e coinvolgenti se i protagonisti sono teenager, difficili da caratterizzare per il loro carattere imprevedibile.
Il film fu candidato come Miglior Film, Miglior Regia e Robin Williams come Miglior Attore Protagonista, oltre a 4 candidature ai Golden Globe. Il film quest’oggi è diventato un cult e un modello di ispirazione per qualsiasi film ambientato in una scuola, con protagonisti dei teenager ancora in erba.
L’attimo fuggente riesce con grazia e lucidità a plasmare i suoi personaggi, la tenera età comporta un’immensa componente comunicativa, tramite le parole, le idee, la retorica, il personaggio di Robin Williams entra nei cuori e nella testa dei suoi allievi, che diverranno pronti a tutti per il loro Capitano.
Commovente e impressa nella memoria collettiva della storia cinematografica la scena finale de L’attimo fuggente, in cui i ragazzi si trovano di fronte alla prima lezione dal mondo. Un mondo crudele, senza pietà, una società soffocante e un’influenza genitoriale che può divenire fatale e imperdonabile. Ma tramite il coraggio e la voglia di essere realmente se stessi, il finale ci regala un’ultima pagina ricca di romanticismo, dolcezza e amore, verso la vita e verso tutto ciò che di bello esiste.
L’attimo fugente contribuì, inoltre, a lanciare la fama mondiale di Robin Williams, un attore dolce e nostalgico che ha deliziato gli spettatori in molteplici pellicole dal sapore “spielberghiano“. Film che è inno alla vita, quella del suo protagonista spezzatasi troppo presto.
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