Lazio, in allenamento la partitella proibita: è polemica
I biancocelesti hanno fatto un tipo di allenamento che sarà consentito solo dal 18 maggio. Il responsabile medico del club pronto a dimettersi
La Serie A ancora non è ripresa, ma le polemiche sono già tante. Una di queste riguarda la Lazio. La società di Lotito è stata una delle prime a richiamare i propri giocatori e per volontà proprio del presidente è stata in prima linea per la ripresa del Campionato.
Peccato che, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, in allenamento la squadra di Inzaghi abbia violato le rigide disposizioni anti-contagio. Secondo il quotidiano, alla fine dei vari turni di allenamento individuale i calciatori biacocelesti si ritroverebbero in gruppi da 6 per giocare partitelle 3 contro 3.
“La partitella” è vietata dalle norme attuali. Ad alimentare la tesi il fatto che da qualche giorno, per cercare di proteggere l’attività da sguardi indiscreti, è stata aggiunta un’ulteriore rete verde a protezione del campo Fersini.
Ma secondo il Corriere, la Lazio non è l’unica squadra che ha cominciato a intensificare i ritmi arrivando fino a questo punto. Sulla questione era intervenuto anche il responsabile sanitario del club, Ivo Pulcini, spiegando: “Il nostro centro sportivo è sanificato, ai calciatori vengono rilevati tutti i dati: temperatura, frequenza cardiaca, ossimetria. Se superano il cancello non significa che sono sani, ma che sono perfetti. Teoricamente potrebbero anche allenarsi in maniera collettiva”
Intervistato di nuovo, però, Pulcini , ha preso atto di quello che era stato fatto in allenamento e ha ammesso:”Ho letto della questione della Lazio e cerco di vigilare, perché se fosse vero potete immaginare le conseguenze. Sono stato smentito e credo ci sia una smentita ufficiale sulla presunta partitella di ieri, per giunta la foto è vecchia. Se fosse vero? Se la situazione sfugge al mio controllo, sarei costretto a dimettermi. Mi assumo le mie responsabilità, ma se sfuggono al mio controllo, come posso? Non sono l’unico medico.”
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