6 Dicembre 2023 - 19:07

Le città più care al mondo. Primo posto Zurigo e Singapore

Tra le città più care al mondo Zurigo e Singapore nell'ultima classifica dell'Economist Intelligence Unit. I fattori del rincaro

città care

L‘Economist Intelligence Unit come ogni sei mesi ha aggiornato la lista delle città più care al mondo, inserendo sul podio Singapore e Zurigo.

Nell’indagine sono state individuate 173 città, in cui è stata esaminata la variazione di prezzo di circa 200 prodotti di categorie come generi alimentari, abbigliamento, carburanti e bollette.

Questa volta il primato del caro vita è toccato a Singapore e Zurigo, mentre lo scorso anno in cima alle classifiche vi era la città di New York. Quest’ultima è scesa al secondo posto insieme a Ginevra.

Al terzo posto in quest’ultimo rapporto la città di Hong Kong. Poco più giù nella classifica si collocano città in ordine di costi come Los Angeles, Parigi, Tel Aviv e Copenaghen insieme; infine San Francisco.

Dall’altra parte della classifica ci sono invece le città più economiche al mondo. Il fattore che ha determinato la crescita dell’inflazione e l’aumento medio dei prezzi dei beni e dei servizi di uso quotidiano è stata l’impennata del costo dell’energia determinata dall’invasione dell’Ucraina e persino la maggiore frequenza di eventi meteorologici estremi.

Tra le città più economiche al mondo, quelle in cui dominano regimi autoritari, paesi in cui le condizioni di vita sono estremamente povere o complesse, in cui ci sono guerre in corso. Per concludere quelle nei paesi marginalizzati. Damasco in Siria e Teheran in Iran sono le città con il costo della vita più basso. Seguono poi Tripoli, Karachi in Pakistan, Tashkent in Uzbekistan, Tunisi, Lusaka in Zambia. In fondo alla classifica Lagos, e Buenos Aires.

Queste indagini sono state condotte prima dell’inizio della guerra tra Israele ed Hamas che potrebbe aver influito sull’aumento dei prezzi per l’impennare dei tassi di cambio.

Se l’aumento del costo della vita resta al di sopra delle tendenze storiche, per il prossimo anno si prevede che l’inflazione possa rallentare, ma la guerra nella striscia di Gaza e i cambiamenti climatici rappresentano fattori di rischio per ulteriori aumenti.