Le Iene, in uno dei servizi in onda questa sera, sono entrate in una Mining Farm di bitcoin in Bulgaria, gestita da un giovane ragazzo italiano
Il programma
Le Iene è tornato ad occuparsi dei
bitcoin. L’impazzare della
moneta virtuale, potrebbe davvero cambiare il corso dell’economia mondiale?
Matteo Viviani ha provato a rispondere a questa domanda recandosi in Bulgaria, dov’è situata una vera e propria miniera d’oro della
moneta virtuale. Ma come funzionano? Si tratta di
transazioni “in assenza”. Al posto delle banche ci sono dei
garanti che per ognuna delle transazioni portate a termine
ricevono “gettoni” che un giorno potranno
convertire in denaro vero. La cosa importante è che nessuno, eccetto chi lo possiede, può gestirlo; il sistema infatti garantisce l’anonimato permettendo di fare movimenti in maniera sicura. In Italia, ad esempio, diverse città accettano questo metodo di pagamento e iniziano ad essere installati veri e propri
sportelli che convertono gli euro in
criptovaluta. C’è un dato molto importante da tenere in considerazione:
chiunque può creare bitcoin. Ecco perché la iena,
Matteo Viviani, ha intervistato
Gianluca, un ragazzo italiano che ora vive in Bulgaria e che nel suo capannone, tra le periferie di Sofia,
possiede più di 150 computer che lavorano ininterrottamente, facendo
mining, ossia “estrazione”. La iena fa un
esempio banale che rende questo concetto molto chiaro. Nel momento in cui acquisto una pizza e voglio pagarla tramite bitcoin, ci dev’essere
qualcuno che garantisca al pizzaiolo che questi soldi siano realmente arrivati. Ecco che entrano in gioco queste macchine, che
assicurano l’arrivo del guadagno mettendo una firma virtuale quando la transazione è stata eseguita correttamente. Ma cosa ci guadagna la macchina, o meglio,
chi la gestisce? Garantendo la transazione,
vengono automaticamente generati altri bitcoin, ecco perché più macchine si posseggono, più alto è il guadagno. Più utenti iniziano a sfruttare questa metodologia di guadagno, più il sistema diventa veloce, sicuro e stabile. L’unico
problema è il consumo di energia elettrica. Tutte
queste macchine, lavorando tutti i giorni, 24 ore su 24, richiedono molta corrente elettrica. Ed è per questo motivo che ragazzi come Gianluca, compiono queste operazioni in Bulgaria. In questo Paese infatti, il costo dell’energia elettrica, è tra i più bassi d’Europa. Mentre in Bulgaria Gianluca spende settemila euro di corrente,
in Italia arriverebbe a spenderne il triplo e naturalmente, risulterebbe sconveniente. Dietro una tecnologia del genere si nascondono le migliori menti informatiche e matematiche del mondo. Forse un giorno i bitcoin perderanno valore, ma questo tipo di tecnologia non potrà che migliorare e questo potrebbe essere un bene per tutti.