Le Mans ’66: La grande sfida, la recensione di Zon.it
Dal 14 novembre in tutte le sale cinematografiche italiane è stato rilasciato “Le Mans ’66: La Grande Sfida”. La recensione di Zon.it
Da poco tempo, in tutte le sale cinematografiche italiane, è stato rilasciato il film “Le Mans ’66: La Grande Sfida“. La pellicola narra dell’ascesa della Ford nella grande competizione automobilistica francese. Cast di tutto rispetto: protagonisti del film Matt Demon e Christian Bale. Ennesima trasformazione per quest’ultimo che riesce ancora una volta ad adattare il suo fisico all’interpretazione.
Le Mans è una gara automobilistica della durata di ventiquattro ore. La peculiarità della gara sta nel fatto che gareggiano i prototipi da corsa delle varie case automobilistiche, e non solo. Nel corso della prima metà del secolo scorso era la Ferrari a fare da padrona in questa famosissima gara, anche se l’ultima vittoria ottenuta risale al 1965. In quell’anno, infatti, si ha la prima apparizione di una vettura Ford, che anche se non perfetta, riesce a far vacillare il primato italiano con una velocità massima superiore alle nate di casa Maranello.
Christian Bale nella pellicola, interpreta Ken Miles, il pilota che porterà la Ford alla prima vittoria di Le Mans. Non solo pilota, ma anche sviluppatore della vettura. Grazie al suo amico, Carroll Shelby, interpretato da Matt Demon, svilupperà la vettura Ford che spezzerà la supremazia italiana.
Christian Bale ancora una volta riesce a modificare il suo corpo per un’interpretazione perfetta. La mentalità e le paure del pilota a 7000 giri, vengono presentate con una naturalezza incredibile. Ci sembra quasi che l’attore sia veramente un pilota professionista.
La storia di Ken Miles è storia. Nel lontano 1966, anno della prima vittoria Ford, anche se con il miglior tempo registrato non viene incoronato come primo della gara. La direzione della Ford scelse di far arrivare le tre Ford GT40 insieme sulla linea di partenza. Questa scelta diede la vittoria al pilota McLaren con la motivazione di “aver percorso più chilometri nello stesso arco temporale“. Al tempo, infatti, i piloti dovevano correre verso le loro vetture alla partenza. Quell’anno McLaren partì dietro la vettura di Miles e questo gli consentì di chiudere la gara al primo posto.
Il destino di Miles era quello di diventare un grande pilota, ma l’anno dopo la vittoria di Le Mans, ebbe un grave incidente su un prototipo della sua Ford GT40 che gli costò la vita.
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