Diego Armando Maradona: le differenze tra l’uomo e il calciatore. Questa sera è andato in onda su National Geographic e, in contemporanea anche su Fox Sports, un servizio che ha ricostruito la storia del Pide de oro mostrando il lato più oscuro dell’argentino
Il personaggio di
Diego Armando Maradona unisce, un po’ da sempre, sacro e profano. Motivo per il quale è stato (ed è) la bandiera di un popolo, quello partenopeo, che l’ha amato sin dal primo momento. E sono proprio i particolari più ambigui e controversi che sicuramente hanno affascinato gli amanti del calcio, dello sport più in generale. A raccontare la sua storia dell’uomo oltre il calciatore, tra gli altri, l’amico e compagno di maglia
Ciro Ferrara, il figlio
Diego Armando Sinagra,
Joseph Sepp Blatter suo nemico dichiarato, ma anche
Abel Balbo, il fisioterapista “amuleto”
Salvatore Carmando, e il suo personal trainer e motivatore
Fernando Signorini che lo ha allenato è sostenuto per quasi tutta la sua carriera. Gli aneddoti sono i più disparati: a volte divertenti, a volte decisamente meno.
L’Italia per lui è stata tenera madre e spietata matrigna. Lo ha accolto, cullato, idolatrato ma, ha rappresentato l’inizio di un percorso verso l’oblio: la dipendenza da sostanze stupefacenti.
Maradona risveglia Mosca
Era il 1990. Mosca stava superando il comunismo a stento, la Piazza Rossa risulta inaccessibile ai più. Ma non a lui. I militari
spalancano le transenne e lo fanno entrare nella Piazza Rossa: insomma, lo Zar Diego. Questa è una delle curiosità che National Geographic ha portato a galla ma, le più interessanti sono uscite dalla bocca di altri protagonisti.
Maradona la primadonna
Quello con Joseph Blatter, Presidente della Fifa per quasi vent’anni, è stato un rapporto
odi et amo – anzi
amo et odi –. Prima lo svizzero è intervenuto positivamente per il passaggio di Maradona al Napoli (e riuscendo a portarlo al Mondiale del 1994), poi, invece, sempre lui
fu a prendere la drastica (ma razionale) decisione di squalificare l’argentino in seguito ai risultati dell’antidoping.
“È stato una star per i giovani che ballavano, bevevano… Forse un po’ era una primadonna.”
Il portafortuna
Napoli ha sempre vissuto fortuna e sfortuna a modo suo. Anche Maradona aveva il suo “curnciell” – come lì si è soliti chiamare il corno portafortuna, il classico amuleto partenopeo – ed era
Salvatore Carmando, storico massaggiatore del Napoli. Maradona prima di ogni partita,
gli baciava la fronte in un gesto tra l’affettuoso e lo scaramantico. Maradona si fida solo di lui per la cura dei propri muscoli, Diego lo vuole sempre con sé, persino ai Mondiali. Ma ancora tante, tantissime le storie che hanno ritratto il più grande calciatore di tutti i tempi, come
un uomo pieno di imperfezioni, con tanti lati bui – si ricordi la delicata storia e il difficile rapporto con suo figlio – ma che,
indissolubilmente, è diventato un’icona (pop o meno) di un popolo, di un’intera epoca sportiva.