I casi positivi al Covid-19 stanno aumentando ogni giorno di più e non è detto che il peggio sia escluso. La maggiore preoccupazione resta quella di un nuovo lockdown e proprio per scongiurare questa ipotesi le forze politiche hanno varato una stretta sulle misure da rispettare. Il premier Conte nel suo ultimo discorso ha fatto ben intendere che adesso tutto dipenderà dal comportamento dei cittadini. Ma cosa significherebbe vivere un nuovo lockdown?
Una nuova chiusura generale comporterebbe sicuramente risvolti importanti sul piano economico, lo abbiamo già visto a marzo. Un ulteriore lockdown infatti fermerebbe la produzione italiana, già in ginocchio. Di conseguenza il Pil in questo quarto trimestre andrà incontro ad un ulteriore calo. Già nel secondo trimestre la caduta del Pil è stata del 12,4% rispetto al trimestre precedente. Secondo queste stime l’Italia vive seriamente il rischio di una recessione economica, resa ancora più grave dalla drastica diminuzione delle importazioni e delle esportazioni in seguito all’aumento dei casi nel mondo.
Le conseguenze economiche in caso di chiusura generalizzata non si avvertiranno solo nel breve periodo ma soprattutto nel lungo periodo. Per il 2021 infatti gli economisti stimano che il Pil non aumenterà del 6%, come previsto nello scenario più favorevole, ma il prodotto interno lordo crescerà solo del 1,8 per cento. Con la produzione del paese in ginocchio non sarà difficile ipotizzare una rigida contrazione dell’offerta. Mentre i consumatori sarebbero attanagliati dall’incertezza provocando così una diminuzione di consumi e l’aumento di risparmi.
Purtroppo l’incertezza regna anche senza un ulteriore lockdown. Dal punto di vista finanziario infatti la paura impedisce alle persone di consumare di più anche adesso. A tal proposito il Fondo Monetario Internazionale si è esposto sulla questione affermando che una chiusura generale potrebbe invece essere utile ad arrestare il cluster di contagi e di conseguenza a far diminuire l’incertezza dei consumatori. La paura però continuerebbe ad esistere seppur a livelli più bassi. Infatti il fattore del “distanziamento sociale volontario”, cioè tutte quelle scelte compite volontariamente dagli individui, non è affatto prevedibile. Un lockdown sicuramente non si potrà escludere quando la situazione epidemiologica non sarà più sotto controllo. Ma l’ipotesi può essere evitata ora, non solo da comportamento responsabile dei cittadini, facendo altresì più tamponi e ricostruendo l’origine di ogni contagio.
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