“L’acqua sulla Luna c’è ed è più accessibile del previsto”. Questo il sorprendente annuncio della Nasa nel corso della conferenza stampa dedicata, al via alle 17.00 (ora italiana) di oggi, 26 ottobre. Proprio grazie a questa preziosa scoperta, descritta dettagliatamente all’interno della rivista specializzata Nature, la Nasa riuscirà a “pianificare meglio le future missioni“.
La “firma” della molecola H20 è stata rilevata per la prima volta dal telescopio volante SOFIA (Stratospheric Observatory for Infrared Astronomy) nel Clavius Crater, uno dei più grandi crateri visibili dalla Terra, localizzato nell’emisfero meridionale della Luna. Un secondo studio, invece, pubblicato su Nature e portato avanti dall‘Università del Colorado, dimostrerebbe che oltre 40.000 chilometri quadrati di superficie lunare potrebbero contenere acqua sotto forma di ghiaccio in piccole cavità ombreggiate.
“Siamo riusciti a confermare la presenza di acqua sulla superficie della Luna illuminata dal Sole, grazie al telescopio SOFIA. Non sappiamo ancora se possiamo usarla come risorsa, ma questa scoperta è la chiave per i nostri piani di esplorazione Artemis”, ha scritto in un tweet Jim Bridenstine, amministratore della Nasa.
“Aver visto la firma spettrale della molecola d’acqua è un grande passo avanti, perché ci permette finalmente di risolvere una questione aperta da anni“, ha dichiarato Enrico Flamini, presidente della Scuola Internazionale di Ricerche per le Scienze Planetarie (IRSPS), presso l’Università di Chieti-Pescara.
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