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La “pausa elettorale” tanto invocata da Di Maio non si è concrettizzata, spazzata via dal voto su Roussou che si è abbattuto sulla leadership del capo politico del M5S. Ora il M5S si presenterà alle regionali in Calabria e Emilia Romagna ma senza alleati, per volontà dello stesso Di Maio. La paura all’interno del Movimento è tanta, per un’altra batosta elettorale.
Il rischio concreto è di andare sotto il 10%. La situazione di totale confusione ha convinto Beppe Grillo a piombare nella Capitale, determinato a far sentire la sua presenza. Il comico genovese ha un feeling di governo con il PD molto positivo. E anche i dem guardano a lui per capire se, sul fronte delle elezioni in Emilia, è possibile cambiare la decisione di Di Maio. “Se ci stiamo biodegradando? Siete diventati voi, comici…“, si è limitato a dire ai cronisti, Grillo, che stamattina incontrerà Di Maio.
Il risultato della votazione ha armato la mano dei nemici. Nel Movimento, ormai, si chiede una revisione dell’organizzazione. Partendo dal ruolo del capo politico. Secondo Roberta Lombardi, consigliera regionale del Lazio, Di Maio ha fallito e indica nell’“intelligenza collettiva” l’unica exit strategy dal momento confusionale. Roberto Fico, rincara la dose invocando una “riflessione a 360 gradi sul M5S“.
Cosa resterà di questa nuova realtà che rischia l’implosione già poco tempo dopo essersi consolidata? Ad oggi, non si conosce il futuro del Movimento.
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