“Il Governo ottiene la fiducia anche al Senato” twitta Giuseppe Conte dopo il voto in aula. “Ora l’obiettivo è rendere ancora più solida questa maggioranza. L’Italia non ha un minuto da perdere. Subito al lavoro per superare l’emergenza sanitaria e la crisi economica. Priorità a piano vaccini, Recovery Plan e dl ristori“.
Il Governo Conte 2 ottiene la maggioranza relativa al Senato, con 156 voti a favore, 140 contrari e 16 astenuti. Un risultato importante, ma troppo risicato per mettere il Governo al sicuro, visto che la maggioranza assoluta richiede 161 voti. Per questo la maggioranza è al lavoro per trovare altri 10 “responsabili”, “costruttori” e “volenterosi”. Per la verità ne basterebbero di meno, ma il Governo punta a rendersi indipendente dai senatori a vita.
Il Capo dello Stato ha chiesto espressamente di concludere il prima possibile questa crisi di Governo, pertanto, fra impegni ed urgenze varie, la maggioranza avrà al massimo una decina di giorni per trovare i pezzi mancanti. Sì, ma dove? Al momento Forza Italia sembra un buon luogo dove cercare: dopo la Polverini alla Camera, altri due senatori forzisti hanno votato la fiducia a Conte. Si tratta dei senatori Andrea Causin e Maria Rosaria Rossi, già espulsi dal partito. La maggioranza ritiene che non si tratti di casi isolati: Forza è sempre più lontana dalle posizioni sovraniste ed antieuropeiste di Salvini e Meloni. Sarebbero vari i forzisti che nono intendono morire sovranisti.
Ma la maggioranza guarda anche ad Italia Viva. Se è vero che i senatori di Italia Viva ieri sono rimasti compatti, astenendosi in blocco, è vero anche che ha già perso dei pezzi. E c’è chi è pronto a scommettere che almeno altri quattro potrebbero unirsi presto alla maggioranza: Eugenio Comincini, Leonardo Grimani, Annamaria Parente e Vincenzo Carbone. Una cosa è astenersi, sapendo che il Governo non cadrà, un’altra è votare contro. Specie quando sei stato elettro fra le fila del PD come molti renziani.
L’UDC conta tre seggi al Senato. Hanno votato no alla fiducia, ma non intendono sottrarsi ad una discussione sull’interesse generale. Insomma, hanno lasciato la porta socchiusa. Nel grande calderone chiamato Gruppo Misto ci sono anche Gaetano Quagliariello e Tiziana Drago, espressamente citati da Conte durante la sua replica, in merito a questioni particolari. La Drago per esempio, aveva posto il problema del calo demografico. Anch’essi hanno votato no alla fiducia, ma senza pregiudiziali.
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