Screen dal video ufficiale di "Soldi"
Mahmood è stato tra i protagonisti musicali del 2019, dopo aver ottenuto la vittoria a Sanremo, il cantante ha fatto il botto con l’album “Gioventù bruciata” confermato anche da un tour davvero affollato di date e sold out. Dopo aver sfornato “Barrio” in estate, semi-tormentone in stile marocco-pop, torna con “Rapide“.
“Rapide” porta la firma dello stesso Mahmood e si avvale della collaborazione di Francesco Cattiti e Dario Faini (Dardust). Quello che stupisce del brano non è tanto il contenuto, anche perché stiamo parlando dell solita storia d’amore finita male, ma piuttosto l’arrangiamento e l’adattamento musicale.
Proprio cosi, “Rapide” è a tutti gli effetti una ballad romantica, dall’accento più cantautorale e meno da tormentone. Tuttavia suona bene ed è un pezzo che in radio può avere vita longeva, del resto la produzione di Dardust lascia sempre il segno. Tornando al testo, lo stesso titolo è un rimando letterale, in quanto si avvale di una metafora per alludere alle lacrime.
Le “Rapide” sono appunto le lacrime versate, quelle scaturite dalla delusione e dalla rabbia e perché no? Quelle originate da un sentimento d’amore ancora vivo che non accetta di soccombere al corso degli eventi. Una buona prova per Mahmood, superata a pieni voti.
Ma le sorprese non finiscono qui, “Rapide” anticipa infatti un nuovo album che dovrebbe arrivare in primavera. Atteso nel 2020 anche un tour che dovrebbe toccare sia l’Italia che l’Europa. Sulla scia di un 2019 ricco di successi, Mahmood non arresta la sua fame di mettersi in gioco e la scommessa di un brano che avesse sonorità diverse, ne è la prova.
tradire fa ridere ti prego non dire no
ora che non ho niente mi difenderò
dalla fiducia che non avevo e non ho
Dimmi cosa c’è, le vedo scendere
sono rapide chiuse nell’iride
che scalerò, scalerò, scalerai, scalerò
come non lo so
dimmi te perché mi hai fatto scendere da una Mercedes
prendere un treno per che ne so
questa notte mi perdonerò
nelle tue rapide non cadrò
Cosa farai
se alle spalle lascerai Milano
chi prenderà la stanza bianca al primo piano
non ci pensare
il ricordo è peggio dell’Ade
ripenso a quei pomeriggi al lago fumando e cantando piano
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