12 anni, 520 partite, 121 reti, 2 Coppe Italia e 1 Supercoppa Italia: con questi numeri, Marek Hamsik dice addio all’Italia ma soprattutto al ‘suo’ Napoli.
Già perché la storia d’amore, iniziata nel 2007, quando arrivò dal Brescia, è scoccata dal primo gol (16 settembre 2007, Napoli-Sampdoria 2-0) fino alla standing ovation che l’ha accompagnato all’uscita dell’ultima partita (ironia della sorte, sempre contro la Doria).
Marekiaro ha scelto di andare in Cina, di lasciare la squadra a metà stagione, senza nessun tipo di preavviso e con i tifosi che lo cercano ovunque per la città, per il campo di allenamento per potergli dare un ultimo saluto prima della partenza per l’Oriente. Un addio cocente che non prevederà conferenze stampa, ma soltanto un messaggio attraverso i canali del club partenopeo.
Ma, stando agli accordi tra Napoli e Dalian Yifang (prossima squadra di Hamsik), in estate ci sarà un’amichevole estiva che si giocherà al San Paolo, come match di addio. Sarà un’occasione per entrare nella storia e probabilmente la maglia numero 17 verrà ritirata, come avvenuto per la 10 di Diego Armando Maradona. Già, perché Hamsik, a livello realizzativo, ha fatto molto più del Pibe de Oro (l’argentino si fermò a 115 gol) che però a Napoli vinse gli unici due storici Scudetti e la Coppa Uefa che adesso colmano la bacheca dei partenopei.
Negli ultimi anni, facendo un confronto con il Napoli allenato da Walter Mazzarri (ovvero dal 2009 al 2013), Hamsik ha disputato partite che lo hanno fatto apparire più come un fantasma che il giocatore spacca-partite che tutti conoscevano.
Da Benitez in poi, il rendimento realizzativo è anche calato (eccetto nella stagione 2016-17 con 12 gol, allenatore Maurizio Sarri), vuoi anche per un arretramento della posizione che da trequartista è diventata quella di pilastro nel cuore del centrocampo azzurro.
Con Ancelotti, Hamsik è riuscito ad andare in gol soltanto in Champions League nella vittoria contro la Stella Rossa di Belgrado. Davvero nulla, rispetto alle precedenti undici stagioni in azzurro.
Secondo rumors, la scelta dello slovacco di andare via è legata alla mancata cessione di Allan al PSG ma probabilmente verrà smentita dal diretto interessato. In realtà potrebbe essere legata ad una questione tattica e alle esplosioni future dei vari Fabian Ruiz, Diawara e Zielinski (senza dimenticare Rog, andato in prestito al Siviglia)) che, oltre al pilastro ex-Udinese, avrebbero potuto relegare ai margini Marek e dunque l’addio sembra essere stato inevitabile.
Inoltre, la corte d’Oriente c’era stata già da tempo e probabilmente Hamsik ha deciso di accettare prima che sia troppo tardi. Una scelta fatta anche per non tradire quella parola data tempo fa (“In Serie A, nessun’altra oltre il Napoli”) e per uscire di scena evitando un Maggio-bis, ovvero quando il terzino finì la sua stagione senza meritarsi neanche l’ultima standing ovation in campo.
Adesso tutti i tifosi partenopei dovranno (seppur a fatica) dire ‘arrivederci’ ad Hamsik: ‘O surdato ‘nnammurato è pronto a volare al Dalian ma ha già promesso di ritornare a Napoli presto (ma solo per vacanza).
Caro Marek, 祝你好運 (buona fortuna, in cinese).
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