29 Settembre 2021 - 17:30

Mario Ermito: “Grazie papà, grazie Loretta!”

Mario Ermito

Mario Ermito pubblica il suo primo singolo e dice: “E’ stata Loretta Goggi a spronarmi a investire sulla mia voce. Un musical? Magari!”

Prodotto da DreamSound e distribuito in collaborazione con Believe Digital, è disponibile dallo scorso 24 Settembre su tutte le piattaforme di musica digitale, “Ti porto in Texas” singolo d’esordio di Mario Ermito, ex concorrente del Grande Fratello Vip 5 e di “Tale e Quale Show”.

Mario, come racconteresti il tuo pezzo ai nostri lettori?

“Ti porto in Texas” è un viaggio nella mia anima. Ho voluto raccontare, attraverso il linguaggio universale della musica, la mia passione per il cinema e in particolare il genere western, per questo nel testo cito Pecos Bill e Terence Hill. Senz’altro il brano è il primo frutto di un’intensa collaborazione con il produttore Marco Evans, iniziata dopo “Tale e Quale”, a cui ho raccontato un sogno stranissimo che avevo fatto tempo prima.

Cioè?

Ho sognato che ero in Texas e lavoravo in un maneggio. Un giorno in questo maneggio è arrivata una ragazza ed io me ne sono perdutamente innamorato. Da questo sogno, Evans ha tratto la canzone e, per far sì che mi fosse letteralmente cucita addosso, ha voluto addirittura che scrivessi io la seconda strofa.

Il video ufficiale di “Ti porto in Texas” riprende la storia del tuo sogno ma aggiunge un ostacolo. A te è mai capitato di non stare simpatico ai genitori delle ragazze di cui eri innamorato?

(ride, ndr.) No, devo dire che su questo sono sempre stato abbastanza fortunato. Forse il problema era che piacevo più ai genitori delle mie ex che a loro.(ride, ndr.)

Hai detto che “Ti Porto in Texas” nasce come un omaggio alle tue passioni per il cinema e il western. Che nascono quando?

Sicuramente sin da piccolo, e grazie a mio padre. Avevo 5 anni quando ho visto per la prima volta la trilogia del dollaro di Sergio Leone, e guardando recitare Clint Eastwood ho detto a mio padre: “Da grande voglio fare come lui”. Da piccolo ero molto timido e recitare è stato fino a un certo momento l’unico modo per tirare fuori le mie emozioni e comunicarle agli altri. Sul set della mia prima fiction, Il Peccato e la Vergogna 2, ho avuto una sensazione simile a quando ci si innamora: le farfalle nello stomaco e poi il vuoto tipico delle cose che finiscono quando è stato battuto l’ultimo ciak.

Per inseguire il sogno di fare l’attore, da Brindisi ti sei trasferito a Milano. Com’è stato per te il passaggio dal Sud al Nord? La commedia italiana contemporanea gioca molto su questo contrasto…

All’inizio mi sentivo decisamente un pesce fuor d’acqua, mi sentivo piccolissimo al cospetto di una metropoli. E’ vero che Brindisi e Milano sono due città, ma è comunque un po’ diversa la mentalità. Devo dire però che questa sensazione di smarrimento è durata poco, una settimana al massimo; dopodiché mi sono amalgamato perfettamente alla nuova realtà, ho dalla mia un grande spirito di adattamento.

Che ti ha portato per ben due volte nella Casa del Grande Fratello, nel 2012 e lo scorso anno. In tutto questo tempo, in cosa pensi di essere maggiormente cambiato?

La prima volta che sono entrato al Grande Fratello avevo vent’anni, la vedevo come una grande opportunità per l’inizio della mia carriera. Ma non avevo la minima idea di cosa volesse dire sentire su di sé la pressione continua delle telecamere o quanto potesse essere straniante dover parlare con la conduttrice, all’epoca era Alessia Marcuzzi, senza poterla vedere. L’anno scorso, sulla soglia dei trent’anni, ci tenevo sì a farmi conoscere ma ho voluto vivermela divertendomi un po’ di più.

Ilenia Pastorelli, tua coinquilina al Gf12, ha spesso detto che la partecipazione al reality ha spesso rappresentato un pregiudizio per la sua carriera di attrice. Hai riscontrato lo stesso tipo di diffidenza?

Sì, spesso. Ma non solo per aver partecipato al Grande Fratello, anche per il fatto di essere un bel ragazzo. Come se talento e bellezza non potessero coesistere: per fortuna, nel tempo, mi sono preso un bel po’ di soddisfazioni.

Una di queste è Tale e Quale Show nel 2018…

“Tale e Quale” per me è stata una vera e propria scuola, un’accademia. Sono arrivato da novello, non avevo mai cantato né tantomeno imitato, e ho cercato di imparare quanto più possibile, come una spugna. Devo dire grazie a Loretta Goggi (presidente di giuria sin dalla prima edizione del 2012, ndr.) se ho deciso di continuare ad investire sulla musica e sul canto: mi ha detto spesso che ho una bella voce e che sarebbe un peccato farla andare sprecata.

Qual è stata l’imitazione più divertente, e quale invece quella più difficile?

La più divertente sicuramente Enrique Iglesias, per quel bel numero fatto col corpo di ballo, la più difficile Fausto Leali. Sono molto legato anche ad Alex Britti, che ha commentato la mia esibizione ed è stato molto carino, e a Ligabue.

Quest’anno a “Tale e Quale” c’è una persona che conosci molto bene… Pierpaolo Pretelli. Lo stai seguendo, come se la sta cavando?

Ho visto le sue esibizioni e sta facendo un bel percorso. Ma non avevo dubbi: già durante il Gf, quando ci divertivamo, lo spronavo a mettere a frutto la sua vena teatrale e le sue capacità da imitatore.

Attore, cantante. Ti manca solo il ballo. Accetteresti di partecipare a “Ballando con le stelle” o basta fare il concorrente?

“Ballando” è un programma che mi è sempre piaciuto. Non mi è mai arrivata una proposta da parte di Milly Carlucci, ma se arrivasse la valuterei certamente.

Così poi saresti pronto per un musical. O punti più al Festival di Sanremo?

Fare un musical sarebbe bellissimo, perché avrei modo di mettere insieme tutte le mie passioni. Sanremo, eh (ride, ndr.) è un grande sogno e con un bel pezzo ci penserei. Ma preferisco mantenere i piedi per terra e fare tutto gradualmente.

Nel frattempo c’è il cinema…

Sì. Prossimamente arriverà sulle piattaforme streaming la commedia corale spagnola “Por los Pelos” di Nacho G. Velilla di cui sono co-protagonista accanto ad attori meravigliosi come Amalia Salamanca. Sarà la mia prima esperienza nel cinema internazionale.