Standing ovation da copione, file di dieci ore, ragazzi con numeri “d’ingresso” scritti sulle braccia da parte dell’organizzazione. Cose che accadono, alla Festa del Cinema di Roma, quando ti chiami Martin Scorsese. L’incontro più atteso della 13ma edizione è avvenuto proprio ieri, e il regista ha ricevuto il premio alla carriera.
L’incontro punta naturalmente su contenuti squisitamente cinematografici. Martin Scorsese, per rendere omaggio al cinema italiano, ha scelto una carrellata di film italiani che lo hanno tanto condizionato nella sua carriera cinematografica.
Si parte dall’Accattone (1961) di Pier Paolo Pasolini, per continuare con La presa del potere di Luigi XIV (1966) di Roberto Rossellini, e ancora Umberto D (1952) di Vittorio De Sica. Altri tre posti sono occupati da Il posto (1961) di Ermanno Olmi, L’eclissi (1962) di Michelangelo Antonioni e Divorzio all’italiana (1961) di Pietro Germi.
Gli ultimi quattro film sono sempre d’ispirazione neorealista. Si parla di Salvatore Giuliano (1962) di Francesco Rosi, Il Gattopardo (1963) di Luchino Visconti, Le notti di Cabiria (1957) e de La strada (1954) di Federico Fellini.
Insomma, un vero e proprio viaggio nell’epoca cinematografica italiana più florida.
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