Dagli Stati Uniti, dove si trova in isolamento per l’emergenza Coronavirus, Matteo Berrettini rilascia a Casa Sky Sport una lunga intervista dove tocca vari temi. Al centro del focus, ovviamente, la delicata situazione legata al Covid-19, ma il tennista romano si lascia andare anche a dichiarazioni di carattere personale.
Berrettini racconta di come la quotidianità di tutti è stata spezzata, e anche la sua. Per il tennista questo periodo è simile a quando ha un infortunio: “Sicuramente rispetto alla normalità le giornate sono più noiose e strane, di solito succede quando siamo infortunati – ha detto. Bisogna pensare alla salute e cercare di fermare questo virus. Dobbiamo aspettare e fare un passo indietro, ricalibrando le paure che abbiamo ogni giorno. Non potrò più avere paura di scendere dal numero 8 del mondo, ho molta più paura del virus”.
Il Coronavirus ha colpito tutti gli sport, anche il tennis, che ha dovuto rinunciare a grandi tornei come quello di Roma e probabilmente a quello di Wimbledon. Per Berrettini la cancellazione del torneo inglese è surreale: “E’ strano e pazzesco pensare che possano annullarlo, ma è chiaro che sono argomenti minori rispetto a quello che sta succedendo nel mondo. Ci sono tante persone senza lavoro, altrettante che non funzionano. Mi ha fatto più dispiacere l’annullamento di Roma, è stato un colpo al cuore.”
Berrettini poi si lascia andare e parla delle sue emozioni vissute sul campo, in particolare come sia maturata la sua ammirazione verso Federer: “Il mio idolo tennistico è Federer, l’ho adorato quasi divinamente. Vinceva tutto quando ero ragazzino, poi ha una grande eleganza. Giocandoci contro, ho smesso di tifare per lui. Se dovesse vincere la medaglia d’oro a Tokyo sarebbe fantastico, sarebbe una cosa da Roger. Quello che mi ha messo più in difficoltà tecnica è stato Djokovic, emotiva Federer e fisica Nadal”.
Il tennista romano, poi, ripercorre il suo fantastico 2019 che lo ha consacrato nel mondo del tennis raggiungendo l’ottava posizione nel ranking: “Le cose sono cominciate a cambiare dopo la semifinale a New York. E’ stato un grande passo avanti, non pensavo alla Top 10 ma pensavo a giocare meglio che potevo. Non so nemmeno come sia successo, ma credo che gli US Open siano stati il trampolino”.
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