Sulla sicurezza Matteo Salvini vuole fare tutto da solo: ecco perchè i suoi bollano come “una mossa disperata” il documento anelato dal Ministro della Difesa Elisabetta Trenta che volgerebbe verso la creazione di una National Security Strategy, sul modello americano, tra la Presidenza del Consiglio, il Viminale, la Difesa e il Dipartimento dei Servizi Segreti.
Ma Matteo Salvini non ci sta, è ben conscio che i rapporti di forza all’interno della maggioranza sono cambiati, e dal suo tour elettorale in Basilicata, fa sapere che non solo è completamente all’oscuro del documento a firma Trenta presentato a La Stampa, ma anche che il modello italiano funziona egregiamente (basti pensare che dalla chiamata al 112 alla risoluzione del sequestro degli studenti di San Donato Milanese sono passati solo 20 minuti, ndr).
Elisabetta Trenta frena il Ministro nella sua eccessiva personalizzazione di ogni discorso politico:
«Salvini non si prenda i meriti dei nostri miliari e delle nostre forze dell’ordine che prescindono da me o da qualsiasi altro ministro di ieri e di oggi, incluso Salvini. Credo piuttosto che la politica debba dare una visione e questo documento strategico serve proprio a dare una visione futura per le nuove minacce».
Il 5 e 6 dicembre a Salerno, presso la sede di via Clark della Camera…
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