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Dagli scienziati arriva un nuovo allarme relativo al Global Warming: il permafrost della Siberia orientale si sta sciogliendo, liberando ingenti quantità di gas metano in atmosfera. Secondo gli esperti, questo processo potrebbe accelerare il surriscaldamento globale, al punto da definirlo un vero e proprio “gigante addormentato“. I ricercatori a bordo della nave scientifica R/V Akademik Keldysh hanno rilevato elevati livelli di metano fino a 350 metri di profondità, nel mare di Laptev, nell’artico russo.
Il metano ha un potere climalterante 80 volte superiore a quello della CO2 e i sedimenti congelati sul fondo del mare di Laptev sono ricchi di metano intrappolato. Il disgelo del permafrost sottomarino libera il gas intrappolato nel ghiaccio e nei sedimenti, permettendogli di raggiungere l’atmosfera. Al momento il fenomeno sembra ancora limitato, ma con l’incremento del riscaldamento globale il fenomeno è destinato a crescere di intensità, alimentando a sua volta il surriscaldamento globale, in un perverso ciclo a feedback.
I dati sono ancora da validare, ma il team internazionale di ricerca non ha dubbi: una concentrazione di metano pari a 1.600 nanomoli/litro ad una profondità di 300 metri è 400 volte più alta dei valori normali. “Al momento, è improbabile che ci siano impatti significativi sul surriscaldamento globale, ma il punto è che adesso il processo si è innescato. Questo sistema di metano idrato della Siberia orientale è stato perturbato, e il processo continuerà” afferma lo scienziato svedese Örjan Gustafsson, dell’Università di Stoccolma. Igor Semiletov, dell’Accademia Russa delle Scienze e scienziato a capo della spedizione, ha affermato che “La scoperta di una scarpata artica che rilascia attivamente idrati è un fatto nuovo ed inedito finora. Questa è una pagina nuova. Potenzialmente, possono avere effetti notevoli sul clima, ma ci servono altri dati per poterlo confermare“.
Quest’anno, le temperature in Siberia sono state 5 gradi sopra la media durante il periodo Gennaio-Giugno: un’anomalia resa 600 volte più probabile proprio dalle emissioni antropogeniche di CO2 e metano.
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