Milano, Sotheby’s Italia mette all’asta l’Arte Povera
Nei prossimi giorni a Milano si terrà l’asta di Sotheby’s Italia: protagonista l’Arte Povera. Presenti capolavori di Pistoletto, Agnetti, Boetti e Burri
Il 29 e 30 Novembre 2017 si terrà l’asta d’Arte Povera di Sotheby’s Italia. La vendita si svolgerà a Palazzo Serbelloni, sede milanese della casa d’aste. Sarà presente un cospicuo nucleo di capolavori di Pistoletto, Agnetti, Boetti e Burri. Si tratta dell’unica vendita internazionale in calendario nel semestre.
“Siamo solo all’inizio di un grande fenomeno di interesse verso l’Arte Povera da parte del collezionismo internazionale, specialmente americano. Nel futuro prevediamo una forte crescita in questa direzione, e noi siamo pronti a sostenerla”, afferma Beatrice Botta, curatrice, insieme a Marta Giani, della vendita presso Sotheby’s Italia.
Poi continua: “Non esiste un fil rouge che unisca le proposte. Tuttavia, c’è stata una grande capacità di reperimento e selezione delle opere perché possano avere riscontro sul mercato internazionale. Tra gli aspetti più particolari di quest’asta, sicuramente è il piccolo omaggio a Piero Dorazio, un artista che sta avendo grande apprezzamento. Per capacità e per fortuna, siamo riusciti a reperire tre opere realizzate in tre momenti diversi, lungo un arco temporale che va dal 1955 al 1970. Queste opere testimoniano lo sviluppo del percorso di ricerca da parte dell’artista”.
“Il Fotografo”, di Michelangelo Pistoletto, è uno dei lavori più importanti presenti. L’opera riporta un’iscrizione manoscritta in cui si enuncia che il vero fotografo a cui l’artista fa riferimento è Paolo Mussat Sartor. Il celebre fotografo torinese fu noto per la personale ricerca artistica e per la collaborazione con gli artisti dell’Arte Povera. Ci sarà “Il Vettore”, una delle opere più importanti di Agnetti, del 1975. Si tratta di 6 bacheliti che compongono un trittico. La valutazione dell’opera si aggira intorno ai 250.000 euro. Sarà presente anche “La combustione plastica CP 8”, di Alberto Burri. L’opera fu realizzata nel 1964 e proviene dalla collezione di un architetto amico dell’artista.
“Le nostre aste sono piuttosto veloci. Non incontrano le tempistiche delle istituzioni museali, che in molti casi preferiscono procedere attraverso trattative private. Sicuramente l’asta dei capolavori dell’Arte Povera interesserà un gran numero di collezionisti stranieri, ma anche italiani”, conclude Beatrice Botta.
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