Mimmo Lucano non vuole elemosina, o meglio non ha accettato di buon grado la proposta avanzata da un comitato per farlo rientrare a Riace. “Non voglio carità, la malattia non deve sembrare una scusa” ha tuonato l’ex primo cittadino.
Dunque Mimmo Lucano non ci sta. Il suo forzato allontanamento da Riace non può cessare solo per le condizioni di salute del padre Roberto Lucano. Attualmente sotto processo a Locri, il politico deve difendersi dalle accuse di associazione a delinquere, truffa e abuso di ufficio, nonché per frode in pubbliche forniture. Tra tutte grava l’accusa di falso e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina a Riace.
Per tutti questi motivi è scattato il provvedimento di allontanamento dalla città e la conseguente perdita della carica di sindaco. L’obbligo di dimora fuori da Riace è tuttora in corso e tiene lontano Mimmo Lucano anche dal padre gravemente malato di leucemia. A questo proposito il “Comitato 11 giugno” ha avanzato la proposta di avvicinamento per gravi motivi da presentare al presidente Mattarella, alla quale Lucano non ha reagito bene.
“Non firmerò nessuna richiesta per tornare a Riace. Non voglio elemosinare e, soprattutto, non voglio che gli altri pensino che io, pur di rientrare nel mio paese, prenda come scusa la malattia di mio padre” ha chiarito Mimmo Lucano che ha visto suo padre lo scorso maggio in occasione delle amministrative svoltesi nel comune di Riace.
Fonte: Il Corriere
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