Il miracolo Hellas Verona targato Ivan Juric: si può sognare l’Europa

La clamorosa rimonta alla Juventus sancisce il definitivo miracolo-bis dell’Hellas Verona: Juric non come Bagnoli, ma autore di un capolavoro

Alzi la mano chi ad inizio stagione avrebbe puntato un euro su questo campionato disputato fino ad oggi dall’Hellas Verona di Ivan Juric. Forse neanche lo stesso mister degli scaligeri ma stando ai fatti (ed alla classifica), l‘ex-centrocampista è l’artefice di un vero e proprio miracolo, un bis nei pressi dell’Arena dopo quello storico di Osvaldo Bagnoli nel 1985 con lo Scudetto vinto.

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L’ultima pennellata è la rimonta alla Juventus di Maurizio Sarri: da 0-1 a 2-1 nell’ultimo quarto d’ora di match con il rigore di Pazzini a far esplodere il Bentegodi e regalare forse la più grande gioia della stagione, ovvero battere la capolista. Dopo 23 giornate, l’Hellas ha 34 punti: una salvezza praticamente acquisita dopo poco più di un girone ed un sogno nel cassetto chiamato Europa.

Ma quando inizia il miracolo Hellas? Il 2 giugno 2019. Già, perché in quella data c’è segnata la prima impresa dei gialloblu. Finale playoff di Serie B, derby contro il Cittadella che all’andata si era imposto per 2-0. La squadra scaligera – allora allenata da Alfredo Aglietti, arrivato sotto l’Arena da traghettatore, subentrando alla penultima giornata della regular season – ribalta completamente il tutto, spinto dal Bentegodi con le reti di Zaccagni, Di Carmine e Laribi. Al triplice fischio, il Verona torna in Serie A ed è festa grande.

Già, senza quella impresa, non sarebbe potuto cominciare tutto: ad inizio stagione, Juric prende il posto del traghettatore Aglietti (che ringrazia da signore e va via, finito il suo compito) e con il duo Setti-D’Amico si iniziano a buttare le basi per campionato della rinascita. Dal mercato arrivano nomi all’apparenza sconosciuti (o quasi) come Rrhamani, Kumbulla e Amrabat (citando calciatori già pronti a sbarcare in una big da giugno) più qualche elemento conosciuto nel panorama italiano come Verre, Pessina, Stepinski e Miguel Veloso. Senza dimenticare l’eterno Gianpaolo Pazzini, rimasto anche in B per riportare il Verona nel massimo campionato e confermato, nonostante qualche screzio con Juric ad inizio annata.

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L’avventura di Juric in panchina non parte benissimo: eliminazione al terzo turno di Coppa Italia per mano della Cremonese, militante in Serie B. Però in campionato le cose vanno diversamente: una grande prestazione allo Stadium contro la Juventus (seppur conclusa con una sconfitta) è il preludio di una grande stagione. E così è: il Verona disputa una prima parte di campionato sempre al centro della classifica, scivolando soltanto contro le big ma sempre ben figurando.

La svolta decisiva arriva il 15 dicembre 2019: dopo due sconfitte consecutive contro Atalanta e Roma, l’Hellas è sotto 3-0 al 61′ contro il Torino di Walter Mazzarri. Ivan Juric inserisce Gianpaolo Pazzini, fino a quel momento praticamente inutilizzato e segna il punto di svolta. Proprio un gol del Pazzo, più Verre e Stepinski riprendono la partita e regalano un punto decisivo nella stagione degli scaligeri.

Infatti, da qui si apre un cerchio di 8 partite senza sconfitte che si è chiuso sabato 8 febbraio contro un’altra piemontese: la Juventus di Maurizio Sarri. Un gol annullato, lo svantaggio firmato da Ronaldo al 65′ e di nuovo la svolta: un errore di Pjanic spalanca le porte al gol di Borini (arrivato a gennaio, scaricato dal Milan), poi un mani di Bonucci concede a Pazzini la possibilità dagli undici metri di far esplodere il Bentegodi, tutto esaurito per una serata storica per l’Hellas Verona.

Il Verona di Juric è la squadra al sesto posto in classifica, avendo la quarta miglior difesa del campionato ed ha il monte-ingaggi più basso della Serie A. E pensare che l’ultima vittoria è arrivata contro la squadra che detiene quello più alto in assoluto.

Ivan Juric non sarà Osvaldo Bagnoli, colui che con il suo Verona riuscì nella grande impresa di vincere uno scudetto nel 1985. Ma certamente il mister croato ha vinto il ‘suo’ titolo personale, portando i tifosi dell’Hellas a sognare un posto in Europa e prendendosi una rivincita contro lo scetticismo iniziale nei suoi confronti e della squadra.

Nando Armenante

25 anni da Cava de' Tirreni, studente presso la facoltà di Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Salerno, indirizzo Editoria. Giornalista pubblicista dal 30 settembre 2020. Porto avanti la passione ed il sogno di diventare giornalista, in particolare scrivendo di sport (di calcio in particolar modo) ma anche di attualità, su tutto ciò che accade nella città in cui vivo e sull'intero territorio.

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