19 Aprile 2023 - 10:06

Il nuovo modello 730 precompilato del 2023: ecco tutte le regole e scadenze

Modello 730 precompilato del 2023, meno controlli e addio agli scontrini sanitari: ecco tutte le regole e le scadenze

modello 730 precompilato

In arrivo la nuova stagione per la dichiarazione dei redditi. Secondo i primi dati ufficiali vi sarà una notevole riduzione dei controlli e la possibilità di non conservare ricevute e scontrini relativi alle spese sanitarie non modificate. Il calendario ufficiale del 730, che sarà precompilato (e del modello Redditi in questa stessa modalità) sarà annunciato oggi nei dettagli dall’Agenzia delle Entrate. Le dichiarazioni verranno rese disponibili per la consultazione dal 2 maggio, mentre cadrà nella seconda metà del mese la data a partire dalla quale sarà possibile inviarle eventualmente modificate.

Come di consueto, il contribuente potrà scegliere tra diverse opzioni: potrà intervenire sui dati e spedire il modello direttamente dal proprio pc, attraverso l’apposito sito predisposto dall’Agenzia delle Entrate, oppure potrà farsi assistere dal datore di lavoro o ancora dal Caf (centro di assistenza fiscale) o dal commercialista.

Nel corso del tempo il numero delle precompilate presentate è cresciuto: i soli modelli 730 sono passati dai 20,8 milioni del 2018 ai 23,2 milioni dello scorso anno (relativi all’anno di imposta 2021). Quest’anno invece la dichiarazione riguarderà i redditi percepiti nel 2022. Aumentati anche i modelli inviati direttamente da casa, anche se quest’anno il numero è in ribasso. Quanto alla percentuale di dichiarazioni presentate senza modifiche era del 19,3 per cento cinque anni fa ed è poi cresciuta fino al 23,6. La graduale aggiunta di informazioni già precaricate ha messo dunque una quota maggiore (anche se non maggioritaria) di cittadini in condizione di accettare l’”offerta” del fisco, senza toccare nulla.

Ma la maggior parte dei contribuenti continua ad affidarsi a Caf e commercialisti. E si rivolge proprio a questa platea il pacchetto di semplificazioni votato dal Parlamento lo scorso anno (decreto legge 73 del 2022). In pratica vengono applicate anche in questa situazione le limitazioni ai controlli già previste per i 730 inviati direttamente dal pc o trasmesse dal sostituto d’imposta.

Se si sceglie di modificare la dichiarazione, non ci sarà alcun controllo formale: il fisco prenderà per buoni i dati che il contribuente ha caricato, ricevendoli anche da altre fonti (ad esempio i medici per la documentazione delle visite specialistiche o le università per quanto riguarda la rette). Questa semplificazione vale ora non solo per le dichiarazioni “fai da te” ma anche per quelle presentate attraverso il Caf o il professionista.

Come pure per quelle che passano per il sostituto d’imposta. Resta per l’amministrazione finanziaria la possibilità di verificare non i dati in quanto tali, ma i requisiti che danno diritto ai singoli di fruire di determinate agevolazioni: ad esempio potrà andare a vedere se l’immobile per il quale si detraggono gli interessi passivi (comunicati comunque dalla banca) è stato effettivamente destinato ad abitazione principale, nei tempi previsti dalla legge.

Se invece vi sono delle modifiche alla dichiarazione, che passano da Caf o commercialista, scatterà il controllo formale, a carico dell’intermediario anche se poi naturalmente il pagamento delle eventuali maggiori imposte toccherà al contribuente. Ma da questo tipo di verifica esclude i dati relativi alle spese sanitarie che non sono stati modificati, per i quali non ci sarà più bisogno di conservare scontrini o altra documentazione (provvederà l’intermediario a visionare quelli portati dal contribuente per controllare la corrispondenza tra le singole voci precaricate e il totali suddivisi per tipologia di spesa come visite, medicinali e così via). Le eventuali successive verifiche del fisco riguarderanno nel caso solo i documenti aggiuntivi, che non risultavano già inseriti nella precompilata. Anche dopo questo passaggio semplificatorio, le dichiarazioni fai da te conservano comunque un piccolo vantaggio: per queste infatti e per quelle gestite dal datore di lavoro l’esclusione dai controlli riguarda tutti i dati inviati da soggetti terzi inseriti nella dichiarazione e non modificati; non solo dunque quelli di tipo sanitario. Inoltre sempre per questa platea in caso di oneri modificati dal contribuente il controllo formale riguarderà solo i documenti che hanno determinato la variazione.