La ricerca scientifica negli ultimi decenni ha fatto passi da gigante ed uno dei traguardi più grandi è stato quello dei vaccini, come quello per il morbillo. Le vaccinazioni sono state in grado di debellare completamente malattie terribili come poliomielite e vaiolo e lentamente anche tante altre stanno sparendo.
Fino a poco tempo fa i casi di morbillo erano ridotti, ma ultimamente a causa della “moda” di aver paura dei vaccini, senza sapere in realtà di cosa si tratti e senza sapere i rischi della mancata immunizzazione, le morti di morbillo stanno nuovamente aumentando.
Il morbillo è una malattia infettiva, contagiosa e virale, che colpisce principalmente (ma non solo) i bambini intorno all’anno di età. Il virus si trasmette tramite goccioline di secrezioni nasali disperse nell’aria. Il periodo di incubazione è di 9-11 giorni durante i quali è già possibile la trasmissione del virus.
In passato il morbillo era molto diffuso e spesso vi erano casi di vere e proprie epidemie. Nei paesi industrializzati, che sono ricorsi all’immunità di massa, i casi si sono significativamente ridotti. Negli ultimi anni però, come già detto, alcuni paesi come l’Italia registrano numerosi casi di contagio.
La malattia si presenta con febbre, tosse, dolore agli occhi e un blando raffreddore. Dopo 3-4 giorni, compare un’eruzione cutanea di piccole macchie rosse prima su testa e collo e poi su tutto il corpo. I linfonodi sono ingrossati. Dopo 3 giorni, i sintomi regrediscono e le eruzioni cutanee diminuiscono.
Sebbene la malattia colpisca principalmente i bambini a partire dagli 8 mesi (prima sono protetti dall’immunità della madre), possono essere contagiati anche adulti di ogni età. In questi casi il decorso non è sempre positivo come nei bambini. È più probabile infatti che si manifestino complicanze come infezioni dell’orecchio e del polmone, encefalite, convulsioni e coma e, in alcuni casi, la morte. È abbastanza frequente (circa un quinto dei casi) che il contagio di una donna in gravidanza porti alla morte del feto.
La terapia prevede il riposo e la somministrazione di paracetamolo (per evitare altre infezioni secondarie), secondo le prescrizioni del medico. Il vaccino è fondamentale e va somministrato dal 15° al 20° mese, e può provocare dopo alcuni giorni una lieve febbre e una lieve eruzione cutanea, niente di più. L’immunità è permanente.
Non possono essere vaccinati quei bambini che, ad esempio, sono in cura per leucemia o in altre rare situazioni. In questo caso il bambino può ritenersi salvo solo se può contare sulla “immunità di gregge”, in cui le persone che lo circondano non possono ammalarsi e non possono contagiarlo.
Se una donna in stato interessante non è stata immunizzata in passato e viene a contatto con una persona con morbillo, ha 5 giorni di tempo per la somministrazione di immunoglobuline per salvare sé e il suo bambino.
Il vaccino è totalmente sicuro, milioni sono le dosi ormai somministrate. Non vaccinarsi significa non avere rispetto per la propria vita e per quella degli altri.
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