Luigi Di Maio cambia strategia per il Governo e si riappella alla teoria dei “due forni”. Giulio Andreotti formulò questo modo di fare politica che ora il capo del Movimento vuole riprendere
Il ritorno della
metafora dei “due forni”. Era il 1972, quando
Andreotti mise in atto per la prima volta questa strategia lungimirante, che servì a
mantenere l’equilibrio politico italiano per un intero decennio. E
sulle sue orme, nemmeno a dirlo, si sta muovendo
Luigi Di Maio. I “due forni” a cui si riferisce il postulato sono proprio quelli di
centrodestra e centrosinistra. Non è un caso che Di Maio stia facendo carte false, pur di accaparrarsi un contratto di governo
sul modello tedesco, coinvolgendo sia
Partito Democratico che
Lega. Dunque, il
Movimento si pone come
garante dell’equilibrio politico italiano, attingendo da entrambi i bacini, sia il progressista che il conservatore. Ma non è solo il grillino a fare ricorso a questa teoria. Infatti,
anche Berlusconi la conosce molto bene, e sta tentando di fare pressioni su
Matteo Renzi e sul suo tormentato
Partito Democratico, riproponendo quel famoso
Patto del Nazareno. Insomma, anche cinquant’anni dopo
la sostanza non cambia, ma cambiano solamente i soggetti. Lega e PD sono, sostanzialmente,
sulla stessa linea. Toccherà al garante grillino comprare il
“pane meno caro”, così come Andreotti ripeteva già tempo fa.