30 Giugno 2021 - 18:38

Napoli, De Laurentis torna a parlare dopo il lungo silenzio stampa

Napoli, De Laurentis

De Laurentis show in conferenza stampa: “Vorrei convincere 7/8 squadre a non far partire la prossima Serie A. Insigne? Dopo l’Europeo”

Dopo quattro lunghissimi mesi di silenzio De Laurentis torna a parlare d’avanti ai giornalisti lanciando spunti interessanti e qualche frecciatina inevitabile alla Lega e non solo.

Nella conferenza stampa tenutasi a Roma questo pomeriggio, durata circa due ore, il vulcanico presidente del Napoli è partito subito all’attacco di Uefa e Serie A rei di aver mal gestito la faccenda Covid: “Ci ha colti impreparati […] Ognuno ha pensato ai propri egoismi. Io avevo detto: che senso ha fare i campionati europei con gli stadi chiusi? Senza un ritiro vero oltre ad un mercato vero? Dobbiamo fare la corsa per un assist agli istuzionalisti che non investono nel calcio, ma sono nei loro ruoli solo grazie a noi e non ci tutelano, ma ci creano altri problemi“.

De Laurentis, affiancato da suo figlio Edoardo, ne ha anche per il Presidente del Consiglio: “Perché Draghi trascura il primo sport italiano? Nel calcio nessuno ha mai fatto nulla. Sono quarant’anni che c’è una legge sbagliata, si dice sempre ci deve pensare il governo, ma il governo non fa nulla. Stimo Draghi, ma il governo non s’è messo una mano sulla coscienza sul rosso del calcio, togliendo la burocrazia e lanciando innovazione, verificando come sanare i bilanci, tutti in rosso. Siamo tutti in rosso per il Covid, serve una soluzione“.

Un discorso ampio che tocca anche la scelta del Ministro Costa di riaprire gli stadi al 25% della capienza massima: “Se fossimo una Lega seria non dovremmo ripartire con solo il 25% degli spettatori. Caro Draghi fai questo: entra allo stadio solo chi ha ricevuto le due dosi di vaccino. Questa si che sarebbe una grande spinta affinché la maggior parte degli italiani corrano a vaccinarsi. Ma se poi si vaccinano non puoi venire a rompere le scatole con il 25%. Costa dovrà darci i soldi suoi per garantire tutte le stupidate che dice“.

Dopo l’attacco al Governo, non poteva mancare il suo punto di vista sulla questione SuperLega: “Non sono mai stato d’accordo. Io ne faccio una questione economica come loro, ma facendo un torneo a 12, dove inviti tu gli altri, non è che hai risolto i problemi economici del calcio. I problemi li risolvi se prendi coscienza che le competizioni europee non servono a nessuno, Perez ha inventato la Superlega che è una grandissima cretinata. I 5 paesi più importanti sono quelli che fatturano di più, possono permettersi dei calciatori più importanti e costosi, Spagna Francia, Inghilterra, Italia e Germania meriterebbero un campionato europeo a sé, infrasettimanale. Chi accede? Qui sbaglia Perez sui 12. Devi dare la possibilità democratica di poter competere, se l’Udinese, il Verona o la Fiorentina arrivano tra i primi 6 hanno diritto a partecipare al campionato europeo!

Il discorso poi si sposta sulla rottura con Gattuso: “Una volta che rompi qualcosa, i cocci si vedono sempre. In realtà avevo già scelto di smettere con Gattuso nell’estate precedente, l’avevo preso per tamponare l’uscita di scena di Carlo Ancelotti. Anche se avesse vinto il campionato, la sua mission a Napoli si sarebbe conclusa. Con Mendes abbiamo parlato a lungo del rinnovo di Gattuso, ma non ci siamo trovati in linea […] Poi questa equazione tra gare positive e negative mi ha fatto capire che era arrivato il momento di interrompere la collaborazione

Per poi proseguire con i problemi dei Napoli nell’ultimo biennio: “Il vero problema è l’aumento del nostro monte ingaggi. Non c’è un ridimensionamento ma una semplice presa di coscienza che il budget va rivisto altrimenti fallisci. Se vuoi riportare il Napoli sul giusto binario devi tagliare le spese eccessive. Vendere un giocatore? Forse non basterà venderne uno solo. Forse bisognerà vendere quei calciatori che hanno aumentato a dismisura la loro parte salariale, quella che il Napoli non può pagare. Forse due acquisti non avrei dovuto farli“.

Discorso che porta alla questione contrattuale di Insigne: “Con Insigne non ci siamo ancora visti. Dopo l’ultima di campionato è andato subito in nazionale e non volevamo sollecitare la situazione anzitempo. Dopo gli Europei ci parleremo e vedremo cosa accadrà“.

Sul nuovo allenatore dice: “Spalletti ha sempre avuto la mia considerazione e stima. Prima che andasse alla Roma dallo Zenit mi venne a trovare in ufficio dicendomi che per un po’ di tempo non poteva muoversi. Lo trovo un profilo giusto per il Napoli, perché sa allenare bene e anche noi giocando contro di lui abbiamo faticato. Saper gestire anche delle situazioni come quelle passate a Roma e Milano, con l’assenza della proprietà nello spogliatoio, è stato un fattore. Se l’è cavata bene“.

Dopo quasi due ore di conferenza, De Laurentis chiude dichiarandosi favorevole al “Var a chiamata”: “Sono due anni che lo richiedo. L’Italia è il paese dei poteri forti, così come l’Inghilterra. Anche gli arbitri sono dei centri di potere. I centri di potere esistono perché si eserciti con forza questo potere per favorire gli amici e sfavorire i nemici. In Europa stanno molto più attenti al Var. Avete notato quante cavolate fanno gli arbitri che il Var poi smaschera? Gli Europei dimostrano che arbitri e guardalinee certe cose non le vedono proprio“.