“Si è trattato di un attentato. Volevano uccidermi”. Parla così il Presidente venezuelano Nicolas Maduro poche ore dopo essere scampato ad un attentato a Caracas durante le celebrazioni dell’ottantunesimo anniversario di fondazione della Guardia Nazionale.
Nel suo discorso alla nazione Maduro ha accusato l’ultradestra venezuelana in combutta con la Colombia ed alcuni cospiratori di Miami e Bogotà di essere i mandanti dell’attentato esplosivo, riconoscendo nel Presidente colombiano Juan Manuel Santos il regista dell’impresa.
Da quando è salito al potere Nicolas Maduro è stato bersaglio di circa una ventina di attentati. L’ultimo, quello di oggi avvenuto alle 17.41 ore locale, è stato rivendicato da un non meglio identificato “Movimento Nazionale di soldati in camicia”, il quale ha invitato il popolo venezuelano ad unirsi alla lotta per riportare la democrazia lì dove oggi regna solo dittatura ed impoverimento, economico e sociale.
Scampato il pericolo, Nicolas Maduro appare sereno: “in tempi record alcuni dei responsabili sono stati individuati e saranno presto posti sotto processo” ha detto per poi concludere con un’invocazione di sostegno, a Dio e al popolo venezuelano, “per continuare la battaglia per la pace e la tranquillità del Venezuela“.
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