9 Marzo 2022 - 10:38

Nucleare, le misure dell’Italia in caso di disastro ambientale

Il Governo italiano  si prepara a modificare il Piano per la gestione delle emergenze radiologiche e nucleare. I punti chiave iodoprofilassi e eventuali limitazioni alla vendita di prodotti agroalimentari

centrale nucleare cina

Il Governo italiano  si prepara a modificare il Piano per la gestione delle emergenze radiologiche e nucleare. I punti chiave iodoprofilassi e eventuali limitazioni alla vendita di prodotti agroalimentari

In ragione dello spauracchio arma nucleare sbandierato da Vladimir Putin nel conflitto tra Russia e Ucraina, anche l’Italia si prepara ad aggiornare il Piano per la Gestione delle emergenze radiologiche e nucleare, contenente tutte le misure da adottare in caso di disastro ambientale causato da un incidente registrato in una Centrale che si trovi “oltre frontiera”, ovvero in un Paese europeo o extra-europeo in prossimità dei confini nazionali.

La bozza del nuovo piano, il cui ultimo aggiornamento consta di un decreto datato 19 Marzo 2010, prevede innanzitutto che la popolazione rimanga in “quarantena” nelle proprie abitazioni per almeno due giorni, con porte e finestre chiuse e avendo cura di tenere spenti gli impianti di ventilazione o condizionamento.

Il Governo può altresì disporre, dopo un attento monitoraggio degli effetti dell’incidente nucleare sulla filiera produttiva, restrizioni sulla commercializzazione di alcuni prodotti agroalimentari e limitare le attività di import ed export degli stessi.

Altro punto chiave del nuovo Piano per la Gestione delle emergenze radiologiche e nucleare è la cosiddetta “iodoprofilassi”, ovvero la distribuzione e la somministrazione di iodio stabile per quelle fasce di popolazione che risultino particolarmente esposte e quindi altamente vulnerabili alle conseguenze dell’incidente nucleare. Lo iodio stabile può essere somministrato fino a otto ore prima l’inizio stimato dell’esposizione alle radiazioni e riguarda una amplissima fascia d’età da 0 a 40 anni e le donne in stato di gravidanza o in allattamento.