A soli sette mesi dal primo lockdown, l’ipotesi di una nuova chiusura si fa sempre più concreta. Il grido d’allarme arriva dalla Lombardia e dalla Campania. In caldo un nuovo Dpcm, con restrizioni ancora più limitanti. La paura è che si concretizzi un nuovo lockdown generale.
La paura diventa concreta per Lombardia e Campania: “Se l’impennata continua dovremo prendere altri provvedimenti. Dobbiamo evitare che la nostra sanità sia paralizzata.” Ad affermarlo è il presidente della Lombardia, Attilio Fontana a cui fa eco, a qualche chilometro di distanza, la richiesta del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca: “Siamo ad un passo dalla tragedia. Chiudiamo tutto per 30-40 giorni, poi si vedrà.”
Vincenzo De Luca ha così annunciato di volersi spingere verso la chiusura definitiva e, ha poi puntualizzato, che il tutto “avverrà a brevissimo.”
Lo scenario ipotizzabile non lascia spazio a speranze. Le restrizioni ministeriali e regionali potrebbero causare una riduzione drastica dei consumi, all’incirca di 5,8 miliardi di €. Notizie devastanti anche per i commercianti, considerando che un nuovo lockdown potrebbe portare alla chiusura di altre 20mila attività. A perdere sono un po’ tutti, commercianti, imprenditori, ma anche docenti, bambini e genitori.
La sensazione è quella di un déjà vu, eppure qualcosa sembra essere cambiato. Da marzo il clima è diverso, la tensione nelle strade sale in corrispondenza all’intensificarsi delle restrizioni. Sopravvissuti a malapena al precedente lockdown, i cittadini sembrano aver smesso di credere alle promesse dei governanti e, questa volta, al cavallo di battaglia di inizio pandemia “Andrà tutto bene“, sale la rabbia. A questa seconda ondata potrebbe corrispondere, oltre al crollo dell’economia, l’aumento dei dissensi. L’ipotesi più attendibile è quella che vede l’inizio di un’ondata di proteste lungo tutto il territorio, come già avvenuto in Lombardia e in Campania, in particolare a Napoli. Nel caso in cui si decidesse per le chiusura, la mancanza di un piano efficace a supporto dei lavoratori e delle famiglie potrebbe portare al crollo di un equilibrio già estremamente in bilico.
Resta da vedere come il Governo deciderà di affrontare la richiesta di chiusura avanzata da alcuni presidenti di regione. La posizione del governo potrebbe essere di opposizione o di appoggio. In caso di appoggio alla chiusura totale però, l’attuazione del protocollo di lockdown potrebbe essere ostacolata da nuove proteste e dissensi.
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