Parità euro-dollaro: che cosa succede ora?
L’Euro e il dollaro hanno raggiunto la stessa valutazione dopo vent’anni. Che cosa accadrà ora? Quali saranno le contromisure da adottare?
Una brutta notizia dal punto di vista economico. Dopo oltre vent’anni, uno spettro riprende ad agitarsi nell’economia italiana. Infatti, oggi l’euro e il dollaro hanno raggiunto la stessa valutazione. Un livello che non si vedeva dall’anno in cui è stato introdotto. A far crollare il valore dell’euro sui mercati, sicuramente c’è stato il rischio di un taglio delle forniture di gas russo per l’economia europea. Ma non è l’unica causa.
Infatti, ciò che i mercati hanno temuto più di tutto è stata la prospettiva di una recessione provocata dall’aumento dei prezzi dell’energia. La BCE, purtroppo, rispetto alla Federal Reserve, è molto in ritardo per quel che concerne gli investimenti in termini di politica monetaria. Gli effetti si sentono tutti, tanto è vero che il dollaro ha guadagnato quasi il 14% dall’inizio dell’anno.
Una situazione che sicuramente non è delle migliori, anzi. Secondo gli analisti proprio questa debolezza economica è sintomo d’incertezza sui mercati.
“In questo momento non sembra esserci molto sostegno per l’euro. E non solo per i prezzi del gas ma anche per le divergenze in seno alla BCE sul rialzo dei tassi. Le attese sono per un incremento dei tassi da parte della Federal Reserve da 75 punti questo mese con la prospettiva di raggiungere la neutralità dei tassi il prima possibile mentre per la BCE il messaggio è più variegato.” ha dichiarato Sarah Hewin, senior economist di Standard Chartered.
L’euro, poi, sta lottando anche con il franco svizzero. Questa situazione accentua i timori di recessione in Europa. Ma cosa cambierà d’ora in avanti?
Parità euro-dollaro: che cosa cambia?
La situazione, ora, diventa rischiosa e spinosa da risolvere. L’indebolimento dell’euro da una parte favorisce l’export. Il problema, come ricorda il Commissario Europeo Gentiloni, sarà soprattutto per i costi di produzione della merce, con le materie prime non provenienti dall’Europa che ora saranno ancora più costose. Senza contare ciò che concerne l’energia.
“Sotto la spinta dell’euro debole con un balzo del 19% è record storico per le esportazioni agroalimentari Made in Italy nel 2022, con oltre un terzo del valore che viene realizzato fuori dai confini dall’Unione Europea.” ha spiegato l’associazione Coldiretti. A beneficiare del calo euro-dollaro, comunque, dovrebbe essere senza dubbi il settore turistico. Infatti, proprio questo cambio vantaggioso potrebbe invogliare i turisti americani a raggiungere le mete italiane ed europee, a causa del basso costo.
Naturalmente, di contro, per gli europei sarà molto meno conveniente andare ad organizzare un viaggio negli USA. Altro problema sarà quello riguardante le materie prime. Infatti, quelle commerciate in dollari subiranno un’impennata dei prezzi col rafforzamento della moneta statunitense. Il rischio maggiore è quello di avere un aumento dell’inflazione importata, che si traduce in bollette più salate. La stima è che l’altalena delle valute porti ad un aumento dell’8 della bolletta del petrolio dall’inizio anno.
Insomma, anche per quanto riguarda l’energia, i costi di produzione saranno decisamente più eccessive. Forse, proprio per questo motivo, unito anche ai costi del carburante, lo Stato italiano dovrebbe mettere in conto di spostare la sua filiera produttiva verso il rinnovabile o comunque verso fonti di energia alternative.
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