Sibel Kekilli, attrice de Il Trono di Spade, ha parlato ai microfoni di Variety, qui in Italia in occasione del Lucca Comics che si sta svolgendo in questi giorni. L’attrice tedesca, ma di origini turche, si è espressa soprattutto in merito allo scontro culturale di cui è stata vittima all’inizio della sua carriera. Da allora il suo obiettivo è quello di dare voce a personaggi che, come Shae, sono sopravvissuti.
La prima domanda postale ha toccato il suo personaggio ne Il Trono di Spade: Shae, amante di Tyrion, è morta nella quarta stagione, ma resta un personaggio potente all’interno di GoT, nonostante si è prossimi all’ottava stagione. Quali sono i motivi che la rendono tale?
Sibel ha affermato: “È un personaggio complesso e forte. Dopo la mia prima audizione, gli scrittori hanno cambiato Shae da come è nel libro, dove era più una cercatrice d’oro. Ma naturalmente, a causa di dove viene, è una combattente. Cerca sempre di sopravvivere, usando il suo corpo o il suo cervello. Non è nata con un cucchiaio d’argento in bocca. Mi piacciono questi tipi di personaggi che provengono da un passato rotto. Lei è una sopravvissuta!”
La sua carriera però è iniziata prima di GoT, vincendo l’Orso d’Oro per il film “Head On” del regista turco Faith Akin. Ma quanto ha influito questo film sulla sua carriera, lo ha spiegato chiaramente:
“Mi ha dato più riconoscimento internazionale … Ho ricevuto chiamate da agenti di casting e interesse da registi internazionali. Ma non sono come: “Devo essere internazionale a tutti i costi!” … Quello che è importante è ottenere un ruolo davvero buono, basato su una buona sceneggiatura.”
Poco dopo questo film però alcuni tabloid tedeschi hanno diffuso notizie in merito ai film per adulti a cui aveva preso parte. A causa di questa campagna diffamatoria, ha avuto attriti con la sua famiglia e ha tenuto diversi appassionati discorsi di lamentela. Alla domanda su se questo aspetto della sua carriera la perseguita ancora, Sibel ha risposto così:
“Lasciami dire così. Come sai, il mio background è turco. E ho preso delle decisioni nella mia vita, ho intrapreso un certo percorso perché forse non avevo scelta … ed è stato traumatico … è ancora traumatico, è doloroso. E questa è la ragione per cui non ho intenzione di parlare della mia famiglia. Ma dirò questo: se vuoi essere una donna libera, con un libero arbitrio, se vuoi vivere una vita di libertà, devi fare una pausa completa con la tua cultura … Non so se capisci , perché le persone dall’Europa o da altre culture sono come: ‘Puoi lasciare la tua famiglia … ed essere ancora in contatto con loro o con la tua cultura.’ Ma nella cultura turca, nella cultura musulmana, questo non funziona. Penseranno sempre di possederti.”
Da allora è molto legata alla questione femminista e molto importante in tale campo è un discorso che ha tenuto nel 2015. In tal discorso, fatto in occasione della Giornata Internazionale della Donna in nome dell’organizzazione Terres des Femmes, ha invitato gl uomini mussulmani a trattare con più rispetto le loro donne. La domanda questa volta è stata sul fare la differenza, magari grazie alla sua popolarità e la Kekilli ha affermato:
“Sto combattendo per i diritti delle donne … specialmente all’interno della cultura musulmana perché, da ragazza e donna, ho conosciuto questa cultura. La gente mi ha minacciato, mi ha insultato … Ho avuto minacce di morte … ma penso che sia mio dovere perché conosco questa cultura. Perché ho sofferto molto, devo parlare. Devo dirlo! E se può cambiare solo una vita, allora ne vale la pena”.
A causa del suo attivismo femminista, lo scorso hanno ha anche dovuto bloccare i suoi account social ai follower turchi. L’attrice infatti avrebbe ricevuto diverse messaggi a sfondo sessuale con minacce di abusi sessuali. Prima di ciò nel 2006 aveva lavorato in Turchia, vincendo anche un premio per il suo ruolo nel dramma sulla dittatura di Omer Ugur “Home Coming”. Alla domanda su se le piacerebbe lavorare di nuovo nel suo paese d’origine, ha risposto così:
“Sicuro. Ricevo ancora copioni dalla Turchia e ci sono registi turchi davvero fantastici. Se c’è la sceneggiatura giusta, mi piacerebbe lavorare lì. È come un essere umano, come una donna, devo proteggermi. Questo è il motivo per cui ho bloccato il mio Instagram”.
Nel corso della sua carriera è stata vittima anche di discriminazioni da parte dei produttori tedeschi. Molti infatti a causa delle sue origini turche non le hanno dato le stesse opportunità che davano invece alle sue colleghe tedesche.
“È come in altre parti del mondo: ti inscatolano dentro … Non sto dicendo che tutti in Germania sono così. Ma è qualcosa di cui essere consapevole … Devi dirlo forte, in modo che le persone inizino a pensarci. La cosa divertente è che mentre stavamo girando “Game of Thrones”, Dan e David (D.B. Weiss e David Benioff, gli showrunner) continuavano a dirmi: “Sei così tedesco!” E io ero tipo: “Nessuno me lo direbbe in Germania!”.
Infine ha parlato così dei suoi progetti attuali e futuri: “Ho lavorato a uno show televisivo internazionale chiamato “Bullets“. È una serie finlandese-inglese (un thriller politico guidato dalle donne) appena uscito in Finlandia … Poi c’è “Berlin, I Love You“, che non è ancora uscito, e ci sono altri progetti … ma non posso ancora parlarne.”
Il 5 e 6 dicembre a Salerno, presso la sede di via Clark della Camera…
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