PD, Zingaretti e la consueta scalata alla segreteria
PD alle prese con il prossimo congresso. Il candidato segretario Zingaretti scrive a La Repubblica per illustrare il suo progetto politico
Nel tentativo di rilanciarsi dopo l’ennesimo periodo di debacle politico/partitica, il PD affida – al momento – a Zingaretti la risposta per il centro-sinistra del domani.
Con una lettera inviata a La Repubblica, Zingaretti attacca pensantemente la coppia di Governo (Salvini in particolar modo) e presenta la sua nuova idea per far riemergere il partito dallo stallo post – elettorale.
Facendo riferimento alle parti salienti portate alla luce dal candidato segretario di punta del Pd è facile, però, scorgere alcuni consueti passi che ricordano una classica scalata partitica.
Infatti, dividendo in due parti la lettera – quella riferita a Salvini e al Governo e quella sul progetto politico – si rendono visibili gli ulteriori scivoloni della scelta fatta dal Presidente della Regione Lazio.
Considerando la parte dedicata a Salvini, non nel merito ma nel metodo, è possibile notare come sembra reiterarsi la strategia “Al lupo, al lupo!” utilizzata con Berlusconi.
In pratica, ponendo al centro della propria discussione la problematica che si tende ad evidenziare, più che scalfirla si tenda a rafforzarla pur usando toni duri e diretti.
Il secondo elemento, invece, è molto più complicato ed investe quell’ambito – dettato dal rapporto con i territori – che il centro – sinistra negli anni ha trattato con eccessiva sufficienza, lasciando totale mano libera alla segreteria nazionale.
Anche in questo caso, con l’utilizzo del più classico dei linguaggi politichesi, si fa riferimento ad una generica società civile – termine ormai inflazionato – ed un differente tipo di approccio che parta, in sostanza, dal basso per creare crescita ed equità.
Al netto delle buone intenzioni, non intendendo fare assolutamente un processo alle stesse, le parole rimarcano in un certo senso la classica formula utilizzata in tempi non sospetti e, allo stesso tempo, un ulteriore distacco – visibile nella strategia partitica utilizzata per arrivare ai vertici – da una realtà che, più di una volta, ha chiesto a gran voce una chiara e decisa inversione di rotta.
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