23 Febbraio 2021 - 16:53

Pensioni: cosa aspettarsi da Draghi dopo lo stop di Quota 100

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Come cambierà il sistema pensionistico con l’avvento del Governo Draghi? Addio a Quota 100, al vaglio tre ipotesi per gestire le pensioni

Il tema pensioni è stato il grande assente del nuovo programma di Governo. All’indomani della scadenza di quota 100 i cittadini si aspettavano più informazioni ma non sono arrivate. La riforma introdotta dal primo governo Conte infatti scadrà il 21 Dicembre 2021, ad oggi il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha confermato che Quota 100 non sarà prorogata.

Il progetto di riforma dl sistema pensionistico fu fortemente voluto dai pentastellati in coabitazione con la Lega. La stessa Lega che oggi preme sull’acceleratore e chiede di superare Quota 100. “A breve – dichiara, in un’intervista ad Affari Italiani, il responsabile lavoro della Lega, Claudio Durigonsarà tolto il divieto di licenziamento. Bisogna quindi pensare a strumenti di riorganizzazione per gestire l’uscita dal mercato del lavoro. Non siamo innamorati delle sigle e delle formule. Vanno studiate bene le norme per fronteggiare le ricadute dopo la fine dello stop ai licenziamenti. Va trovato un compromesso con le aziende. Stando alle elaborazioni, rischiamo un milione e duecento mila licenziamenti, serve quindi uno strumento di flessibilità per l’uscita dal mercato del lavoro. Quota 100 non è nemmeno più sufficiente, costerebbe solo 400 milioni il rinnovo di un anno, ma una soluzione va comunque trovata.

Cosa potrebbe fare il Governo Draghi?

La riforma Quota 100 permetteva a chi avesse almeno 68 anni d’età e almeno 38 anni di contributi versati di raggiungere la pensione. Ora con lo stop alla riforma del sistema pensionistico serviranno nuove regole per gestire il sistema pensionistico. L’esecutivo nato da poche settimane quindi dovrà sviluppare un nuovo progetto di riforma delle pensioni, mentre proverà a traghettare il Paese fuori dalla pandemia e dalla crisi economica.

Una strada che il Governo Draghi potrebbe percorrere è quella di una vera riforma strutturale da amalgamare alla legge Fornero, al fine di garantire solidità e sostenibilità anche a livello europeo, a cui Draghi è particolarmente attento. Un’altra ipotesi per regolamentare il sistema pensionistico potrebbe essere quella di agire su soglie di pensionamento e coefficienti di trasformazione. Sempre rimanendo nel solco contributivo, per mitigare il più possibile l’impatto del ritorno secco dai pensionamenti agevolati voluti dal Conte 1 .

Ma c’è anche un’altra via che l’esecutivo guidato dall’ex Presidente della BCE potrebbe perseguire in tema di pensioni: collocare l’intervento sulla previdenza all’interno della costruzione di un nuovo Welfare con un nuovo Testo unico sulle pensioni. La modifica del Testo unico potrebbe vedere l’introduzione anche di una pensione di garanzia per chi non potrà più contare su integrazioni al minimo. Le novità del nuovo Testo, inoltre, potrebbero contenere anche un adeguamento dei tanti aspetti che non hanno finora consentito un vero decollo della previdenza complementare.